Chiesa
di Mario Adinolfi
Non perdetevi l’inizio del film
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Ho ricevuto il documento di Comunione e Liberazione che non sostiene la manifestazione del 20 giugno, pur lasciando liberi i suoi aderenti sulla decisione se partecipare o meno. Da quando ho iniziato l’esperienza personale a sostegno di battaglie complesse in difesa della vita e della famiglia, prima scrivendo Voglio la mamma, poi con la fondazione della rete dei circoli VLM, infine con la fondazione del quotidiano La Croce, ho scoperto una feroce ansia di divisione nel mondo cattolico italiano. Mi era capitato di viverla in altri frangenti della mia vita, dai tempi della fine della Democrazia cristiana, nella esperienza professionale svolta ad Avvenire e poi alla Radio Vaticana, poi quando si spaccò il Partito popolare italiano, nella vicenda anche con risvolti personalissimi dolorosi della rottura tra Camillo Ruini e Romano Prodi, fino alle vicende della legge 40 e dei referendum collegati, fino al Family Day del 12 maggio 2007. La vera e propria frenesia divisiva che però ho percepito nel cosiddetto “mondo cattolico” negli ultimi quindici mesi, attraversati da un complesso Sinodo sulla famiglia che vedrà il suo traguardo nell’ottobre prossimo, non mi era mai capitato di viverla. Non in maniera così intensa.
Da questo punto di vista il segnale della convocazione della manifestazione del 20 giugno, anzi, la stessa nascita del comitato “Difendiamo la famiglia” totalmente composto da laici provenienti da percorsi differenti e guidato da un uomo di scienza come Massimo Gandolfini, mi era parso, per usare le parole di un uomo di Chiesa a cui devo il rinsaldarsi della mia fede, “un miracolo”.
Sì, lo dice padre Maurizio Botta, questo comitato che convoca questa piazza e la riempie in pochi giorni è davvero “un miracolo”. Noi ci abbiamo messo del nostro, anche con La Croce, rinunciando alla convocazione della manifestazione del Palalottomatica e favorendo una via unitaria alla mobilitazione nazionale necessaria. Necessaria, sì, perché in tutta la mia vita non ho mai visto così sotto attacco i soggetti più deboli a cui ho dedicato ogni azione, anche politica, nella mia esistenza: i bambini, le donne, la famiglia. L’offensiva è la più pericolosa di sempre, arriva sul piano educativo e sul piano normativo, è visibile ad occhio nudo: corsi gender nelle scuole di ogni ordine e grado, riforme e riformine, ddl Cirinnà che devasta il matrimonio e la famiglia come ha ben raccontato Costanza Miriano nel nostro ultimo editoriale, ddl Fedeli che renderebbe impraticabile il grande lavoro che sta compiendo Marco Scicchitano con il Progetto Pioneer, ddl Scalfarotto per mandarci alla fine della fiera tutti in galera.
Filippo Savarese, della Manif pour Tous, ha scritto con la consueta intelligenza, accompagnata peraltro alla freschezza dei suoi ventisei anni appena, che “piazza San Giovanni il prossimo 20 giugno sarà la piazza più politicamente e forse anche ecclesiasticamente scorretta della storia della Repubblica e della Chiesa italiana”. Ha perfettamente ragione. Qualcuno può legittimanente tenersi lontano da una piazza così. Ma sarà un appuntamento epocale. Per una volta unitivo e non divisivo. Il “miracolo” è l’inversione di tendenza. E non basta un pur legittimo documento di Comunione e Liberazione per alimentare di nuovo l’ossessione della divisione che tanto male ci ha fatto negli ultimi mesi.Simone Pillon, altra mente acuta del comitato “Difendiamo i nostri figli”, sostiene che il 20 giugno sarà non un traguardo, ma solo l’avvio di qualcosa di importante. E io so che molti amici di Comunione e Liberazione saranno comunque in piazza con noi sabato, altri ci raggiungeranno nelle tappe successive del percorso.
Perché il lavoro di chi vuole dividerci fallirà. Certo, potrà registrare ancora qualche flebile successo, momentaneo e tattico. Ma sarà piazza San Giovanni a fornire la risposta e sarà la risposta di un popolo. Chi non ci sarà, si perderà l’inizio del film. E’ un peccato non vedere il film dall’inizio. Tu, sì proprio tu che stai leggendo, che fai, vieni il 20 giugno insieme a me a far vedere che non siamo divisi e i figli li difendiamo tutti insieme?
Perché l’esito più drammatico di tutti questi decenni di divisioni che ho provato a raccontare in questo articolo, sapete qual è stato? La progressiva consegna del mondo cattolico all’irrilevanza. E se siamo irrilevanti pagano i più deboli. Francamente, un esito non augurabile.