Società
di Emanuela Pizzati
Il tour di Gianna fa scuola in Italia
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Gianna Jessen è impegnata in un tour italiano di incontri che stanno riscuotendo enorme successo. Tutte le cose veramente importanti e quindi anche l’aborto si ripropongono continuamente, tanto per effetto della spinta instancabile di chi ne apprezza gli effetti nefasti quanto per la sensibilità di chi invece riesce a vedere tutto nell’ottica del senso della vita, del bene e del male in eterna lotta fra loro.
È di questi giorni la pubblicazione di un articolo a pagina intera su Libero, un’intervista al Dr. Michele Mariano unico medico abortista molisano con qualche buona sensibilità annegata in un oceano di ateismo praticato. È di oggi un dialogo con un professore liceale che si è spinto oltre il dovuto in classe su questi stessi temi. Diverse occasioni che ci ricordano che non è affatto una questione risolta.
Cominciamo dalla Scuola. Durante una normale lezione di scienze in un liceo un’insegnante affronta l’argomento dello sviluppo embrionale umano. Non potendo accontentarsi di quanto riportato dai libri di testo integra con una sua cartelletta che gli permette di addentrarsi nelle possibili patologie e disfunzioni della crescita del bimbo, argomento che naturalmente porta diritti alle diagnosi pre-natali e in un attimo siamo alla conclusione nella possibilità di aborto come soluzione finale del problema. Infine si raccomanda con gli studenti che quelli fra loro che intendono diventare medici meglio che rinuncino, se hanno in mente di esercitare nella professione l’obiezione di coscienza.
Davanti al genitore che chiede spiegazioni sull’accaduto il solerte professore, peraltro apprezzato e dotato di notevole esperienza, riconosce quanto accaduto che anzi arricchisce con qualche motivazione. È quasi impossibile affrontare questi temi solamente nel dato scientifico senza addentrarsi negli aspetti etici o morali, sostiene, ma quando ha raccomandato alle ragazze di non lasciarsi scippare del diritto all’aborto ottenuto con tanta fatica, ha altresì sottolineato che non bisogna farne uso solamente per determinare il colore degli occhi del nascituro… se ci arriva, alla nascita. Si infervora quando parliamo di obiezione di coscienza che lui vorrebbe annullato in ossequio al rispetto della legge che onora il diritto di uccidere, o se volete di interrompere una vita.
A questo punto immaginatevi davanti al professore del vostro figliolo, capite che la formazione scientifica e la forza ideologica combattono in lui già da molto tempo confondendo la passione per il mestiere meraviglioso dell’insegnante con la possibilità di formare o influenzare giovani coscienze in risposta all’antica esigenza di plagio politico e sociale. E cercate le migliori risposte per indurlo a rispettare i confini del suo ruolo quando si trova in cattedra evitando di mettersi di traverso rispetto alle sensibilità etiche della famiglia dell’alunno.
Meritano attenzione le parole del dottore che si definisce unico ginecologo non obiettore di tutto il Molise. Nonostante i suoi inviti al ripensamento, circa quattrocento mamme ogni anno ottengono da lui la soppressione della vita che portano in grembo. Talvolta riesce a salvarne qualcuno e di questo lui stesso è felice. Per lui l’embrione è una vita. È consapevole che la vita inizia dal concepimento, ma è solo la vita di un feto fino a che non ha capacità di vita autonoma. Appare lievemente turbato dalla sua attività mortifera, riconosce però tutte le casistiche che possono portare una mamma a prendere questa drammatica decisione: perché sono povere, perché sono minorenni, non hanno un buon rapporto con il partner, sono sole, hanno subito violenze, il feto è malformato.
Se una legge lo prevede è giusto farlo. Così dice per chiudere ogni dubbio. Così dicevano anche in tempi relativamente recenti i tanti solerti funzionari che provvedevano a carcerare e spedire nei campi di sterminio gli ebrei di tutta Europa. Così dicevano tutti coloro che hanno commesso ogni genere di ingiustizia e l’immaginazione di ognuno potrà cercare l’esempio che vuole, troverà sempre a fianco dei peggiori accadimenti una legge che li ha permessi e giustificati.
Gianna Jessen infine ci ricorda che è sopravvissuta all’aborto solo perché il medico abortista in quel momento stava prendendosi un caffè, altrimenti finiva strozzata dalle sue mani come gli unici altri tre bambini nati ancora vivi dalle sue pratiche. Non stiamo parlando di Mengele, il famoso medico nazista, ma di un medico moderno, attuale, simile a tanti. Ogni anno l’Italia spende oltre 300 milioni per gli aborti mentre non si occupa per nulla di attività di sostegno che potrebbero essere risolutive in moltissimi casi. Per ogni diagnosi amniocentica di malformazione che porta alla decisione di abortire, vengono “interrotte” sette vite sane. Ma poi chi può essere così arrogante da definire quale vita merita di essere vissuta?
Mi piacerebbe che gli insegnanti dichiarassero il loro pensiero sull’utilità sociale dell’aborto guardando negli occhi una ragazza portatrice di trisomia 21, magnifica campionessa atletica paraolimpica che grazie alla generosità dei genitori è potuta sopravvivere allo sterminio a loro dedicato. Mi piacerebbe trovare nei testi scolastici il giusto riconoscimento dell’istituto dell’obiezione di coscienza essendo una conquista sociale e democratica che ci distingue da tutte le dittature che di certo non ne tollerano l’esistenza. Mi piacerebbe che chiunque affronti questo argomento abbia prima almeno provato a guardare il filmato di una conferenza di Gianna oppure la registrazione di un aborto normale o peggio ancora in nascita parziale, metodo tanto caro alla Clinton e ai suoi democratici complici. E se non sapete cos’è informatevi, siamo in un’epoca che si vanta di essere globale e ricchissima di strumenti di informazione efficienti e rapidissimi. Non potrete mai raccontare ai vostri nipoti di non aver saputo nulla, di non esservi accorti di nulla.
Forse provare a utilizzare gli stessi termini su persone adulte aiuterebbe, provate ad immaginare cosa potrebbe comportare definire l’uccisione di una persona, un omicidio, un femminicidio meglio ancora, come una semplice interruzione di esistenza. Pensiamo alla possibilità di interrompere l’esistenza di persone non più capaci di vita autonoma, pensiamo ad un possibile futuro esame diagnostico capace di misurare il probabile grado di imbecillità del nascituro… o la sua vocazione politica, ma questo potrebbe avere in effetti grandi conseguenze perfino positive.
Sogno un mondo dove si prova a fare di tutto per salvare piuttosto che risolvere eliminando. Qualche soldo, un po’ di aiuto e attenzione e con grande facilità si potrebbe migliorare e addirittura salvare la vita di molti. Incomprensibile il motivo per cui non lo si fa, spendendo per uccidere più di quanto sarebbe abbastanza per salvare.
Riconosciamo per favore che la presenza dei valori portati al mondo dalla Cristianità è tanto più reale e vissuta laddove sono tanto più contenuti gli orribili reati legati al rispetto delle persone deboli o diverse o differenti, da cosa non saprei ma comunque da qualunque punto di vista. Rimettiamo Iddio al centro della nostra vita e della società, respingiamo le leggi inaccettabili e contro la vita. Difendiamo l’obiezione di coscienza ad ogni costo. Fermiamo i corsi di indottrinamento con la scusa della lotta contro le discriminazioni, che non educano affatto al rispetto di nessun tipo e sostituiamoli con un ampliamento e approfondimento molto seri delle nostre radici migliori, dei nostri valori fondanti. Salviamoli dalla decostruzione voluta da potentati planetari, rendiamoci fari illuminanti di speranza. Per il mondo intero. E per i nostri figli.