Politica
di mario Adinolfi
I numeri dell’estate
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C’è qualcosa che credo riesca a descrivere la realtà con un discreto grado di approssimazione alla verità e quel qualcosa sono i numeri. Chesterton e la spada sguainata derivano dal due più due fa quattro. In un tempo, insomma, in cui sembra si possa rendere testimonianza solo all’assenza di verità, non è un’esercizio inutile mettere insieme un po’ di numeri per raccontare la triste estate del 2017. Cominciamo.
943. Sono i milioni che costa annualmente agli italiani la Camera dei Deputati, gestione Laura Boldrini. L’altro giorni durante la istituzionale “cerimonia del ventaglio” sii vantava, la signora, di aver ridotto del 25% le spese di Montecitorio durante la sua presidenza. I giornalisti invitati silenziosi annuivano. Fact checking: nel 2012 la Camera costava 992 milioni. La Boldrini ha ridotto le spese, ma del 5.5%, non del 25%. E ora sta chiedendo di blindare il suo nuovo appartamento dove andrà a vivere poiché si è lasciata con il compagno, rifiutando l’uso dell’appartamento di servizio a Montecitorio che avrebbe consentito un risparmio serio per i cittadini.
6. Sono i mesi di ritardo che i medici del Great Ormond Street Hospital hanno accumulato nel far accedere Charlie Gard alle cure sperimentali del protocollo americano che avrebbe potuto far progredire la salute del bimbo. Ma i medici del Gosh volevano sbarazzarsi di Charlie e soprattutto volevano un precedente giuridico che consentisse loro di farlo in casi analoghi: “Il miglior interesse di un bambini malato lo decidono i medici, non i genitori”, era l’aberrante assunto diventato sentenza l’11 aprile 2017 per opera del giudice Nicholas Francis. Medici e giudici hanno voluto con ostinazione la morte di Charlie e hanno fatto trascorrere il tempo per rendere inutili le cure. Sono loro i colpevoli e sono colpevoli i loro interessati ritardi.
16. Sono le ore al giorno in cui mancherà l’acqua a un milione e mezzo di romani se non dovesse essere trovato un accordo tra Regione, Comune e Acea sui prelievi dal lago di Bracciano. L’acqua razionata perché non piove fa il paio con la città allagata dopo un acquazzone di due ore, con un mezzo Atac su 2 che non cammina, con il macchinista col doppio lavoro che trascina la sfortunata signora fruitrice della metropolitana capitolina, con i rifiuti che strabordano e che ora strapaghiamo per smaltirli. Roma è al tracollo e le sedici ore al giorno senz’acqua in una capitale turistica mondiale in piena stagione estiva sono il colpo di grazia alla credibilità di chi la governa, dal Campidoglio come dalla Pisana come da Palazzo Chigi. Anche solo la ventilata minaccia di trovarci in una condizione da terzo mondo, con le autorità che si muovono solo a emergenza conclamata, dovrebbe scatenare una rivolta dei cittadini romani che Cola di Rienzo dovrebbe passare per dilettante. E invece muti e silenti a subire anche questo scempio. Chi rivota Pd o M5S è totalmente scemo.
48. Sono i millioni di euro rubati dalla Lega che dovranno essere restituiti agli italiani. La sentenza è ufficiale e apre una stagione che chiederà conto anche dei 220 milioni di euro allegramente spedi dal Pdl berlusconiano e dallo strepitoso Pd che spese 18 milioni di euro e ottenne rimborsi elettorali per 180 milioni di euro. Tutti i cassieri di partito ora piangono miseria, ma dovrebbero solo trovare il modo di restituire quel fiume di soldi agli italiani.
25. Sono i milioni di euro di liquidazione ottenuti da Flavio Cattaneo per sedici mesi alla guida di Tim. Al prossimo commento di Sabrina Ferilli, compagna di Cattaneo, sull’uguaglianza tra i lavoratori e altri slogan da cinematografara de sinistra, è legittimo partire con le pernacchie. Per stipendio nei sedici mesi Cattaneo ha ottenuto 5.2 milioni, 25 milioni per la liquidazione. Mah, per qualsiasi altro lavoratore il rapporto sarebbe invertito, ma ci spiegheranno che i supermanager vengono pagati così. Ci fidiamo. Per inciso, il quotidiano più attento a fare le pulci a Cattaneo è la Repubblica, pagina 8 dell’edizione del 25 luglio. Sommano 25 milioni a 5.2 e viene fuori 30.2 milioni di euro percepiti da Cattaneo. Poi al giornalista di Repubblica muoiono contemporaneamente la maestra di matematica e la batteria della calcolatrice dell’iPhone e si mette a scrivere che Cattaneo avrebbe guadagnato 641mila euro al giorno, dunque 27mila euro l’ora, “più di una rockstar”. Non è così, Repubblica ha moltiplicato per dieci, in realtà sono 64mila euro al giorno e 2.700 euro l’ora. Gli U2 guadagnano di più. Cifre sempre assurde, per carità, ma un giornale impegnato a puntare il ditino, almeno non si faccia cogliere in sciatterie di questo genere, sono davvero indice di scarsa professionalità, considerando che si sta scrivendo di economia.
7. Sono le volte che Facebook m’ha bloccato il profilo nel 2017, prima per 24 ore, poi per tre giorni, poi per una settimana, quattro volte per un mese. La mia colpa? Avere un’opinione differente sulla vicenda della casa non affittata a una coppia gay in Calabria. Credo sia assolutamente vergognoso che una infrastruttura di comunicazione così potente possa decidere quali opinioni siano legittime e quali no. Occorreranno norme che garantiscano anche sui social l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione.
162. Sono i centesimi di dollaro necessari ad un automobilista per acquistare alla pompa un litro di benzina in Italia, negli Stati Uniti sono cento di meno: 62. Ovviamente in Arabia Saudita ne bastano 24. Paghiamo l’energia elettrica il doppio dei francesi e il gas un terzo in più dei tedeschi. Tutto questo nonostante il nostro reddito pro capite sia poco più della metà di quello degli statunitensi (56mila dollari loro, 35mila noi) e ovviamente nettamente inferiore a quello di tedeschi (46mila dollari) e francesi (41mila dollari). I salari medi sono da fame e anche quelli dei laureati sono incomparabili con quelli stranieri: un laureato americano prende in media 4.152 euro al mese, un tedesco 4.048 euro, un francese 3.568 e noi non arriviamo a 1.850 euro mensili. Paghiamo tutto di più, guadagnamo molto di meno. Abbiamo la dinamica da paese economicamente al collasso. Anzi, già strutturalmente fallito, con i suoi 2.270 miliardi di euro di debito pubblico, che Renzi in tv ha osato dire di aver “stabilizzato”, e invece sono 291 miliardi di euro in più da inizio legislatura tutti andati a pagare mance e mancette per provare a vincere elezioni e referendum, senza manco riuscirci.
65. Sono i bambini nati in famiglie meridionali che, su 100, quest’estate non andranno in vacanza: le loro mamme e i loro papà non hanno i soldi per portarli al mare o in montagna. Un bambino su tre a livello nazionale non si muoverà dall’abituale luogo di residenza per tutta l’estate. In Italia 1.619.000 famiglie sono in condizione di povertà assoluta. E la Boldrini pensa a farsi blindare il nuovo appartamento. Dal 4 agosto i parlamentari della diciassettesima legislatura repubblicana saranno tutti e 945 in ferie, senza aver risolto nessuna delle drammatiche emergenze che attanagliano il paese: denatalità, povertà, debito pubblico, occupazione, immigrazione selvaggia, dissesto idrogeologico hanno fatto tutti segnare nuovi record anno dopo anno in questa legislatura. Però questi 945 genietti hanno fatto la legge sul divorzio breve e le unioni civili, se si impegnano fanno approvare anche quella sull’eutanasia all’italiana e sulla droga libera. Un ragazzo su cinque (19.9% degli under 24 per essere precisi, rapporto Commissione Europea) non studia, non lavora, non cerca lavoro. Sta abulico sul divano a consumare patrimonio e stipendio di mamma e papà più pensione (bassa) dei nonni. Brava Boldrini. Bravi tutti lì in Parlamento. Buone vacanze, eh…