Storie

di Raffaele Dicembrino

Di Noto ed i drammi della violenza

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“Con tristezza e sgomento apprendiamo la confessione del fidanzato, 17enne, che ha dichiarato di avere ucciso la fidanzatina di 16 anni, Noemi nel territorio leccese e aver nascosto e occultato il cadavere. Vorremmo esprimere la nostra vicinanza ai familiari, a chi con dolore partecipa all’ennesimo omicidio che non può essere chiamato per amore, perché quello non è amore, è dominio, sopraffazione, negazione della vita e dello stessa sostanza dell’amore. Le nostre parole sono rivolte a tutte le vittime, non soltanto minorenni, ma anche adulte, fragili e deboli che spesso non hanno attorno a loro una rete di protezione, anzi spesso giustificati dalla cultura del non amore e della pretesa di cancellare la vita come un file”. Con queste parole don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus a tutela dell’infanzia e l’adolescenza, contro ogni forma di abuso e violenza – si esprime sull’efferato delitto di cui è stata vittima la giovanissima Noemi per mano del fidanzato.“Non tutti i giovani non amano, ma non è più tollerabile questa forma di violenza proprio tra le nuove generazioni – prosegue don Di Noto -. Nelle scuole, tra i giovani, nelle famiglie dobbiamo parlare della inviolabilità della vita umana, è una guerra offensiva silente e devastante”. Di qui l’appello “a tutte le agenzie educative a non abbassare la guardia, a denunciare ai primi segnali di sopraffazione e minacce. Casi sempre di più in aumento, soprattutto tra i giovani; cosa che non dovrebbe mai accadere”.Ma andiamo a ricostruire l’ennesimo episodio di violenza di questi giorni. La ragazza è’ stata uccisa probabilmente con uno o più colpi di pietra, uno dei quali l’ha raggiunta alla testa. Tracce di sangue, tra l’altro, sono visibili sul luogo dove è stato ritrovato il cadavere, coperto di sassi, a Castrignano del Capo. Il corpo, parzialmente occultato sotto alcuni massi, è stato trovato in un pozzo nelle campagne di Castignano del Capo (Lecce). E’ stato lo stesso fidanzatino a portare i carabinieri sul luogo in cui si trova il corpo della sedicenne.

Qualche settimana fa il fidanzato 17enne e presunto assassino di Noemi era stato denunciato alla Procura per i minorenni dalla mamma della vittima, Imma Rizzo, a causa del suo carattere violento. La donna,
che temeva per la sorte della figlia che da un anno frequentava il giovane, chiedeva ai magistrati di intervenire per far cessare il comportamento violento del ragazzo e per allontanarlo dalla figlia. Ne erano nati due procedimenti:uno penale per violenza privata, l’altro, civile, per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane e se fossero in atto azioni o provvedimenti per porre fine alla sua indole violenta. Procedimenti - a quanto è dato sapere - che non hanno portato ad alcun provvedimento cautelare, come il divieto di avvicinarsi alla sedicenne, ma che sono stati attualizzati dalla Procura per i minorenni solo dopo la denuncia di scomparsa di Noemi. L’unica conseguenza che ha prodotto la denuncia della mamma della 16enne è stato un inasprimento dei rapporti tra le famiglie dei due fidanzati.

Noemi Durini era scomparsa da casa il 3 settembre scorso: l’ultima sua immagine è stata catturata da una telecamera di sorveglianza e risale alle 5 del mattino di quel giorno. Si vede una Fiat 500 bianca sulla
quale sale e alla cui guida si trova il fidanzato 17enne che oggi, a 11 giorni dalla scomparsa della ragazzina, ha confessato l’omicidio. Nell’immagine si vede l’utilitaria arrivare e fermarsi in via San Nicola, a Specchia, a poche centinaia di metri da casa della giovane. A bordo ci sono i due fidanzati, con il 17enne al volante della vettura intestata alla madre. Agli inquirenti, per giorni, il 17enne, di Alessano, ha raccontato di aver accompagnato la sedicenne nei pressi del campo sportivo di Alessano e di averla lasciata lì.

Ma la versione del ragazzo, sin dal primo momento, non ha convinto gli investigatori che hanno concentrato l’attenzione sul 17enne, un ragazzo dalla personalità violenta. E c’è un breve filmato che descrive bene il
suo carattere: il 17enne è stato ripreso mentre rompe a colpi di sedia i vetri di una vecchia Nissan Micra parcheggiata per strada ad Alessano. L’auto sarebbe di una persona con la quale il giovane avrebbe avuto un acceso litigio e risalirebbe alla scorsa settimana, pochi giorni dopo la scomparsa di Noemi e poco tempo dopo un alterco avuto con il padre della sedicenne che si era recato ad Alessano per avere informazioni sulla figlia. I famigliari di Noemi avevano un rapporto conflittuale con il 17enne: non volevano che la sedicenne avesse una relazione con lui.Per questo motivo erano sorti accesi contrasti tra le due famiglie. A far temere il peggio è stato il fatto che Noemi aveva lasciato a casa il cellulare, i documenti e i soldi. Numerosi gli appelli dei famigliari, soprattutto della nonna e della sorella di Noemi, Benedetta, che il 28 settembre deve laurearsi e che proprio ieri aveva detto ai giornalisti di essere ottimista: ‘alla mia laurea - aveva detto - ci sarà anche lei’. Invece oggi la confessione del ragazzo. Il cadavere della sedicenne è stato trovato sotto dei massi, adagiato per terra, in una campagna, a Castrignano del Capo, a 30 chilometri da Specchia, il paese dove viveva la ragazza. A condurre gli investigatori sul posto è stato lo stesso ragazzo che è indagato per omicidio volontario assieme al papà 41enne. Sul luogo del ritrovamento del cadavere ci sono i magistrati della procura ordinaria e di quella dei minorenni che si stanno occupando del caso.

I genitori della 16enne hanno appreso della confessione del 17enne mentre erano in prefettura a Lecce dove doveva cominciare una conferenza stampa alla quale dovevano partecipare. La mamma di Noemi è stata colta da malore ed è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza. Per le ricerche di Noemi erano stati utilizzati anche i cani molecolari. Gli investigatori hanno cercato nei casolari abbandonati, negli inghiottitoi, nei pozzi e nelle grotte tra la cittadina in cui viveva la ragazzina, Specchia, il paesino in cui risiede il suo fidanzato 17enne, Alessano, fino al Capo di Leuca. I vigili del fuoco del Saf ieri si sono calati con un’autoscala nelle ‘Vore di Barbarano’, una voragine profonda circa 40 metri. Ma della ragazzina nessuna traccia. Da qui la decisione, di accelerare gli accertamenti iscrivendo i nomi del 17enne e del padre di quest’ultimo nel registro degli indagati per omicidio volontario, un passaggio indispensabile per compiere esami tecnici irripetibili. Infine, la confessione del 17enne. Un altro tragico episodio di un’estate di violenze inaudite.

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14/09/2017
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