Politica
di Mario Adinolfi
Verdini butta la maschera: «Sono io il regista di tutto»
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Denis Verdini, il principale collaboratore di Silvio Berlusconi, il suo braccio destro strategico e dominus organizzativo per due decenni, il plenipotenziario sulle liste elettorali delle ultime politiche, colui che ha deciso attraverso il Porcellum tutti gli eletti del centrodestra di questa legislatura, ha gettato la maschera. Nell’intervento al Senato in cui ha annunciato il voto favorevole suo e del suo gruppo al Rosatellum (voto determinante per la tenuta della maggioranza di governo dopo l’uscita dei bersaniani di Mdp) Verdini non solo ha rivendicato di aver tenuto in piedi i governi Letta, Renzi e Gentiloni per tutto l’arco della legislatura, ma ha specificato che a lui sono dovute tutte le leggi sui cosiddetti “diritti civili” approvate in questi ultimi anni: “Noi abbiamo tutelato la stabilità, consentendo al Paese di fare uno scatto in avanti sul terreno dei diritti, votando le unioni civili. Avremmo votato anche la stepchild, come voteremo il testamento biologico”. Il Rosatellum, per inciso, è stato approvato con 214 voti favorevoli non solo di Verdini ma del Pd con tutta Forza Italia, Lega e alfaniani. Da oggi sappiamo con quale legge elettorale si andrà a votare, perché il Rosatellum è legge dello Stato. Ora il governo ha un mese di tempo per ridisegnare i collegi, poi si approverà la manovra economica, infine a metà dicembre si scioglieranno le Camere. Il 4 marzo 2018 probabilmente le elezioni. Voi chi andrete a votare?
Ripeto le parole di Verdini per i tardi di comprendonio: “Noi abbiamo tutelato la stabilità, consentendo al Paese di fare uno scatto in avanti sul terreno dei diritti, votando le unioni civili. Avremmo votato anche la stepchild, come voteremo il testamento biologico”. Affermato con stentorea e senatoria chiarezza da colui che ha fatto eleggere tutti i parlamentari di centrodestra, senza ambiguità o ipocrisie di fondo. Tutto scritto per la storia, fissato negli atti parlamentari e spero che ne tenga una qualche memoria anche il popolo del Family Day, visto che qualche sprovveduto si appresta a ripetere l’errore che fece sconfiggere quella straordinaria mobilitazione. Fidarsi del centrodestra non si può, è in tutta evidenza dominato da persone che sui principi non negoziabili non solo hanno negoziato (pensate all’ineffabile ministro della Famiglia, Enrico Costa, alfaniano arraffatore di dicastero proprio nei giorni antecedenti il Circo Massimo, poi rassicuratore del nostro ingenuo Massimo, venti giorni dopo traditore di tutti noi con l’approvazione al Senato della legge Cirinnà) ma addirittura ormai rivendicano posizioni identiche ai più oltranzisti cultori del nichilismo della supposta “autodeterminazione”. E verrebbe da dire quasi meglio Verdini che almeno motiva politicamente la sua posizione, rispetto alla Polverini che ormai va addirittura a sfilare ai gay pride o a Zaia che proclama apoditticamente di essere favorevole all’eutanasia, o a Salvini e Meloni con la loro ossessione per la riapertura delle case chiuse e del papponaggio di Stato.
Verdini ha il pregio della sfacciataggine, dice quel che il centrodestra fa. Sull’eutanasia solo 37 voti contrari su 630 aventi diritto al voto alla Camera, sul divorzio breve addirittura appena 11 nella votazione decisiva al Senato, sulla legge Cirinnà centinaia di eletti nel centrodestra hanno assicurato il voto favorevole sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Il voto sul Rosatellum chiude di fatto una legislatura che è stata una legislatura di larghe intese. Si può votare di nuovo per i fautori di questo disastro, non solo economico e politico, ma anche se non soprattutto etico? Davvero si crede di poter raccontare di nuovo ai cattolici italiani che è un “voto utile” quello al centrodestra, quando esiste una opzione popolare e positiva che si chiama Popolo della Famiglia che raccogliendo un milione di voti e entrando di conseguenza con decine di parlamentari alla Camera e al Senato può stravolgere gli equilibri politici, tutelando davvero la vita e la famiglia naturale?
Chi ha a cuore la difesa della famiglia e dei principi essenziali; chi è sceso a Roma con i propri figli per riaffermare il principio fissato nell’articolo 29 della Costituzione che è famiglia solo la “società naturale fondata sul matrimonio” tra uomo e donna; chi si batte perché il gender non entri nelle scuole, i sofferenti siano curati e non abbattuti dal Pentobarbital, i nascituri non siano uccisi, la droga e la prostituzione restino un male contrario alla dignità della persona e dunque da combattere, mentre i principi positivi e fondanti di una società si ritrovano nel momento in cui una donna mette al mondo un bimbo dunque la maternità va valorizzata e “liberata” con un reddito disponibile e la fatica di una famiglia monoreddito va alleviata introducendo il quoziente familiare perché un papà che guadagna cinquantamila euro e sostiene la moglie e quattro figli dispone di un reddito di sei volte inferiore a quello di un single che guadagna cinquantamila euro; chi ritiene che occorra evitare di ripercorrere la stessa strada zeppa di errori rappresentata dalla consegna di una delega in bianco a vecchi politici che la usano solo per perpetuare la propria condizione di privilegio; chi pensa che non sia neanche proponibile l’idea di votare per una coalizione che conterrà inevitabilmente al proprio interno molti candidati che hanno detto sì alla legge Cirinnà; ebbene tutti costoro leggano e mandino a memoria il discorso di Denis Verdini del 26 ottobre 2017 al Senato della Repubblica, basterà a spiegare chiaramente perché alle elezioni di marzo c’è un solo voto utile ed è quello al Popolo della Famiglia.
Matteo Renzi, mentre Verdini parlava in Senato, era impegnato in una videointervista con il quotidiano La Repubblica da Benevento, dove ha fatto tappa il suo sfortunatissimo tour in treno constellato di inevitabili contestazioni. Ebbene, indovinate cosa ha detto il buon Renzi ai giornalisti di Repubblica: “Quando Denis Verdini è stato decisivo sulle unioni civili non eravate così scandalizzati”. Bene, tutti i protagonisti sono d’accordo, questa legislatura si è retta sulla grande intesa tra i principali collaboratori di Berlusconi (Verdini, Alfano, Schifani) e il Partito democratico di Matteo Renzi. Come ha commentato l’attuale capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani, il discorso di Verdini? Poche e semplici parole: “Buona pagina per la storia della Repubblica”. Ok, per la storia tutto chiaro. E per il futuro? Denis Verdini ci offre l’antipasto. Non solo con il già annunciato voto favorevole sull’eutanasia: “Anche sullo ius soli: sarei pronto a votarlo anche domani”.
Bene. In Francia il Consiglio di Stato ha appena sentenziato che dalla statua di San GIovanni Paolo II che campeggia nella piazza di un comune bretone va rimossa la croce. La saldatura che i nostri cugini transalpini ben conoscono tra ala socialista anticristiana e ceto conservatore massonico, produce classi dirigenti sostanzialmente indistinguibili rispetto al tradizionale asse destra-sinistra (Macron dove lo collochereste?) ma assolutamente unite quando c’è da dare addosso ai cattolici e ai loro simboli e principi. L’Italia deve resistere, ha una missione storica da compiere: essere oggi luogo di resistenza, domani paese guida nella lotta tra un mondo che offre segnali di risveglio, dagli Stati Uniti alla Polonia, dalla Russia all’Africa a tutto l’est Europa, e un occidente scristianizzato prevalentemente nord-europeo ma purtroppo anche francese e spagnolo che ha scelto la strada dello sradicamento dei principi essenziali, dell’abbattimento persino dei simboli della radice cristiana d’Europa, del nichilismo borghese deumanizzato, dell’identità annacquata e destinata dunque ad essere travolta da identità forti esterne che spingono per affermarsi.
Per fare dell’Italia questo paese guida in termini identitari nel panorama internaizonale, occorre un Popolo della Famiglia forte: nessun altro può svolgere questo ruolo. Per questo serve l’aiuto di tutti in un percorso da qui alle elezioni che sarà durissimo ma entusiasmante. Chiunque si avvicini al Pdf scopre una moltitudine di militanti che compiono con gioia questo quotidiano lavoro, con il piacere di stare insieme dentro un compito responsabilizzante, senza perdere il gusto di essere famiglia anche tra di noi, caratterizzati dunque da amicizia donata in forma gratuita, familiare appunto. Tu che leggi unisciti a noi, c’è bisogno di energie fresche. Altrimenti vince Verdini e ciò che rappresenta. Per l’Italia e non solo sarebbe un disastro. Unisciti al Popolo della Famiglia, sostieni il Popolo della Famiglia, partecipa e diventa protagonista di una battaglia che non avrà occasioni di rivincita. O adesso, con la soglia di sbarramento più bassa del mondo, o l’occasione di eleggere decine di parlamentari per cambiare davvero il Paese non l’avremo mai più.
Pensaci e offri il tuo aiuto. Rileggi il discorso di Verdini e offri il tuo aiuto. Scruta nella tua coscienza e troverai davvero il perché è così necessario il tuo aiuto.