Politica

di Gianfranco Amato

Una forzista-grillina alla presidenza del Senato?

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

ARTICOLO TRATTO DALLA VERSIONE PER ABBONATI, SOSTIENI LA CROCE ABBONANDOTI QUI http://www.lacrocequotidiano.it/abbonarsi-ora

È partito il toto candidati per la presidenza del Senato, tra veti incrociati e pregiudiziali personali. Sulla base dell’ultimo accordo che pare potersi definire raggiunto, la seconda carica dello Stato dovrebbe spettare a Forza Italia. Il niet risoluto e perentorio dei grillini sembra ormai aver definitivamente archiviato la prima carta giocata dagli azzurri del Cavaliere: Paolo Romani. Il piccolo incidente giudiziario che lo ha colpito è considerato dai pentastellati un ostacolo insormontabile per la sua nomina all’alto scranno di Palazzo Madama. Pare, ora, che la risorsa messa in campo dai forzisti abbia un volto femminile. È infatti Anna Maria Bernini l’asso rosa che Forza Italia vorrebbe calare in questa delicata partita. La qual cosa ci preoccupa non poco. Se Anna Maria Bernini è sconosciuta ai più, non lo è a chi in questi anni si è battuto in difesa di una concezione antropologica cristiana della vita, della famiglia e della libertà educativa. Non è sconosciuta soprattutto a chi ha vissuto l’esperienza dei due Family Day di Piazza San Giovanni nel 2015 e del Circo Massimo nel 2016. Per spiegare anche agli ignari i motivi della preoccupazione per questa candidatura, mi limito a citare un interessante articolo pubblicato da “Repubblica” il 13 febbraio 2016, proprio a ridosso dell’ultimo Family Day. Si tratta di un pezzo di Silvia Bignami intitolato L’ex ministro di Forza Italia: «Voto sì a unioni gay e adozioni». Il sottotitolo è ancora più esplicito: La senatrice bolognese Anna Maria Bernini si smarca dal suo partito: «La battaglia per i diritti civili è il vero ossigeno dello spirito liberale». L’incipit dell’articolo, invece, merita di essere integralmente riportato: «Anna Maria Bernini è l’unica senatrice di Forza Italia che ci ha messo la faccia, come si usa dire oggi, e ha dichiarato che voterà sì sia alle unioni civili sia alla stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner in una coppia gay. Addirittura, lei si sarebbe spinta oltre: fino alla modifica dell’articolo 29 della Costituzione. Quello che regola il matrimonio e che avrebbe dato via libera alle nozze gay». Infatti, la stessa Bernini ha candidamente riferito in Senato che «ciò avrebbe significato non solo riconoscere le unioni civili come forma familiare “consentita”, “accettata”, “possibile”, ma avrebbe anche fatto fare un balzo in avanti alla società italiana». Beh, niente male per essere un’esponente del centrodestra. Poi la sua frase storica, un aforisma che resterà scolpito nella sua storia politica: «La battaglia per i diritti civili è il vero ossigeno dello spirito liberale». Inutile precisare che nei cosiddetti “diritti civili” sia inserito non solo il matrimonio e l’adozione gay, ma anche tutto il corollario dei falsi miti di progresso. Verrebbe da chiedersi cosa ci faccia una così nel centrodestra, se non sapessimo che quello schieramento vive oggi una situazione – diciamo così – di confusione valoriale. Mi chiedo, peraltro, come faranno a votarla i senatori che hanno partecipato al Family Day. La nostra Anna Maria Bernini, in realtà, corrisponde perfettamente al profilo tipico del parlamentare del Partito Democratico. Anche per quanto riguarda, ovviamente, il tema della vita.

Vogliamo ricordare, per esempio, la sua esultanza quando la Corte Costituzionale nel maggio 2015 autorizzò la diagnosi pre-impianto degli embrioni, seppellendo il divieto contenuto nella legge 40? Peraltro, proprio quella sulla diagnosi pre-impianto fu una battaglia che il ginecologo Luciano Bovincelli, marito della Bernini scomparso nel 2011, ha fieramente condotto per anni.

Nozze gay, adozioni a coppie omosessuali, eugenetica sono tutti cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle, a cui è orami certo debba spettare la presidenza della Camera dei Deputati. Ora, se le più alte cariche dei due rami del parlamento, oltre al ruolo istituzionale di imparzialità che le connota, debbono anche rappresentare il più possibile le diverse culture del nostro Paese, appare davvero singolare che su aspetti così fondamentali come la concezione della vita, della famiglia e della libertà educativa, il centrodestra presenti una figura sostanzialmente sovrapponibile a quella di un qualunque candidato grillino. È vero che il dato storico emerso dalle urne del 4 marzo ha decretato impietosamente la fine di una presenza strutturata, visibile ed autonoma dei cristiani dal parlamento italiano. Ma io mi chiedo: è possibile che nelle file di Forza Italia non si trovi un cristiano all’altezza di ricoprire la carica di presidente del Senato? Sono certo che scrutando bene qualcuno si possa davvero trovare.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

23/03/2018
1808/2023
Santa Elena

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Politica

L’orribile appellativo

La scuola ha tanti problemi ma il ministro della pubblica istruzione italiano sembra particolarmente interessata a questioni di lana caprina…..

Leggi tutto

Media

Cinque cose che non bisogna fare

ARTICOLO TRATTO DALLA VERSIONE PER ABBONATI, SOSTIENI LA CROCE ABBONANDOTI QUI http://www.lacrocequotidiano.it/abbonarsi-ora

Siamo in una contesa dove la critica fa parte del gioco e che ci sparino addosso è nelle cose. Il fuoco amico fa più male, ma è messo nel conto pure quello. Un solo ultimo avvertimento agli amici come Marco Invernizzi: non strumentalizzate mai l’ora che padre Livio vi concede su Radio Maria per attaccare il Popolo della Famiglia. Quando ho fondato il Pdf, in completo accordo con lui, ho voluto sospendere la trasmissione a cui tenevo molto su questa che è l’emittente che più mi è cara: Radio Maria non fa politica e non può con la politica confondersi. ne trarrebbe solo danno. Tutto il resto, poi, sia oggetto di una confronto franco e onesto. Fatevi dire infine da un giocatore di poker che l’idea secondo cui “le minoranze non si devono far contare” somiglia troppo all’atteggiamento del pokerista scarso che vuole vincere giocando sempre in bluff: pensa di essere tanto furbo e tutti gli altri al tavolo glielo fanno credere, perché prima che lui cominciasse a pensare l’hanno già individuato come il pollo da spennare.

Leggi tutto

Chiesa

Il convegno di Siracusa raccontato da chi c’è stato

Oltre i soliti zelanti allarmismi di certo mondo reazionario si erge la parrhesía di Antonio Staglianò

Leggi tutto

Politica

Almeno si vergognino un po’

Noi siamo e saremo in campo. Con la determinazione e la serenità che ci contraddistinguono da anni. E se dovessi di nuovo incontrarti per caso, caro Massimo, sapendo che tu non verrai a salutarmi, lo farò io. Tra fratelli mi dicono si debba fare così. L’ultima volta che l’ho fatto il “vice” ti ha fatto scrivere un surreale comunicato in cui ti sei un po’ pateticamente dovuto giustificare per avermi salutato, specificando che era un saluto senza significato politico. Ora si capisce ancora meglio il perché di quel ridicolo comunicato e da quali interessi precisi (e paure di perdere l’agognata poltrona) fosse mosso. Spero che almeno, ora, a gioco scoperto, ti vergognerai un po’.

Leggi tutto

Chiesa

I Vescovi di Francia contro eutanasia e suicidio assistito

I 118 presuli d’Oltralpe vergano un importante documento contro le derive mortifere di una politica radicale di massa. Un testo luminoso e ragionevole. Quali che siano le nostre convinzioni, il fine vita è una tempo che vivremo tutti e un’inquietudine che condividiamo. Ciascuno deve quindi potervi riflettere il più serenamente possibile, schivando gli scogli delle passioni e delle pressioni.

Leggi tutto

Politica

Una strada per liberi e forti

Nei giorni in cui c’è stato e c’è chi insistentemente afferma che il Popolo della Famiglia non serve più a niente non avendolo condotto immediatamente al seggio parlamentare, dunque meglio acconciarsi a sostenere i nuovi potenti e il governo del Trentennio, io resto sempre più convinto del progetto pidieffino e provo a delinearlo per quello che è, per quello per cui l’abbiamo fondato nel marzo 2016, per quello per cui credo che abbia ancora lo stesso inalterato senso ventotto mesi dopo e nel futuro a venire.

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano