Storie
di Virginia Coda Nunziante
Una riflessione spirituale sul caso Alfie
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Oggi si celebrano in Gran Bretagna i funerali del piccolo Alfie.
L’olocausto di Alfie Evans, mi ha ricordato una pagina straordinaria del Vangelo (Lc 22,53). E’ l’ora del demonio, l’impero delle tenebre sta per prendere il sopravvento sull’Uomo-Dio, che si reca al Getsemani, prendendo con sé tre dei Suoi discepoli e dicendo loro: “La mia anima è triste fino alla morte, restate qui e vegliate con me”. Il Signore chiede compagnia nella preghiera, chiede di farlo sentire meno solo, di partecipare in qualche modo alla profonda tristezza della Sua anima e di farlo resistere all’assalto del demonio. Si allontana per pregare e torna dai discepoli. Vede che dormono. Torna a pregare e per la seconda volta li guarda dormire. Si allontana ancora e prega per la terza volta. Poi si avvicina ai discepoli e dice: “Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’Uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo: ecco, colui che mi tradisce si avvicina”.
Ecco, Alfie, come Gesù Cristo, ha chiesto ai Suoi amici, in quelle 62 ore della sua agonia – prodotta dall’ideologia della morte, responsabile del suo assassinio – fedeltà, che è il solo modo per stare con il Signore e non stare con il maligno. Con la sua forza, che certamente gli derivava dalla protezione del manto della Santa Vergine Maria, con il suo sorriso sereno che si può guardare nelle fotografie che lo ritraggono mentre dormiva nel suo lettino d’ospedale, con la sua manina che accarezza il volto del suo papà, Alfie non ha solo commosso il mondo intero, ma ha chiesto di pregare. La grazia di Dio l’ha reso autore di un miracolo e le preghiere di tantissimi si sono levate al Cielo.
L’hanno squarciato. Sono arrivate a Dio. Dal male, è nato un bene superiore, come insegna il Vangelo ed Alfie ha trovato un popolo che l’ha seguito, un popolo che ha pregato.Alfie è stato il condottiero del popolo della vita. Resistendo, con accanto i suoi straordinari genitori, alla forza del male che si accaniva su di lui, è riuscito a smascherare e a rendere visibile il potere – permesso da Dio – di quella presenza diabolica, realtà fisica e spirituale, che domina il mondo, frutto del peccato originale. Al diavolo non basta più eliminare la vita dal ventre delle donne attraverso gli aborti. Chiede che siano a lui dedicati sacrifici umani: le sue fauci devono ora colpire, attraverso le leggi, la loro applicazione e il cinismo di chi le amministra, l’innocenza dei bambini. L’anima di Alfie è ora in Paradiso e il suo corpo risorgerà alla fine dei tempi, quando Nostro Signore Gesù Cristo tornerà sulla Terra e giudicherà i vivi e i morti e la Sua Giustizia, che si accompagna alla Sua Misericordia, destinerà al fuoco eterno coloro che rinnegano la legge divina, che precede e supera qualsiasi legge degli uomini. Questo è il credo dei cattolici. In base a questo credo, i cattolici che intendono difendere la legge divina, subiscono il martirio, come l’ha subito Nostro Signore, che ha offerto la Sua vita, accettando di essere seviziato, subendo orribili sofferenze e facendosi mettere in Croce dai Suoi carnefici, per la salvezza dei molti che l’hanno riconosciuto e l’hanno amato, lo riconoscono e lo amano e vogliono combattere, nel Suo nome, la buona battaglia. Anche Alfie è stato martirizzato, con la morte. I suoi straordinari genitori hanno subito il martirio della disperazione di aver perso, per mano umana, il loro bambino. Un martirio che li accompagnerà per tutta la loro esistenza.
Nelle Sue tante apparizioni, la Santissima Vergine ha detto una sola volta le parole “Ora, basta!”. Durante la prima apparizione che Ella fece a Bruno Cornacchiola alle Tre Fontane, a Roma, nel 1947. n’apparizione tenuta volutamente per tanto tempo segreta, nascosta. Allora, diciamo anche noi, insieme, “Ora, basta!”.
Aiutiamo la Santa Vergine Maria con la nostra testimonianza quotidiana, nelle nostre vite e in tutti gli ambiti nei quali operiamo. Grideremo “Ora basta!” durante la Marcia per la Vita che si svolgerà il prossimo 19 maggio a Roma. In nome di tutti gli innocenti che vengono sacrificanti da questa cultura del “disincanto totale”, come la chiamava Benedetto XVI. Onoreremo così la loro memoria e la memoria del piccolo Alfie, guerriero di un popolo che esiste e che vuole gridare dai tetti la Verità rivelata.