Storie
di Alberto Leo
Vive ancora l’artigianato locale?
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Sono un lidense “doc”, nato ad Ostia nella famosa (allora) villa del Lido detta “la Clinichetta”.
Nel 1968 (sono nato nel ’58) quando capitava accompagnavo la mia mamma a fare la spesa ed avevo modo di vedere, annusare le atmosfere e gli odori del mercato, della bottega del materassaio, del ferramenta, del falegname, del sarto e dell’emporio una sorta di Mall odierno in cui potevi trovare dallo straccio al profumo!! Ma la cosa più bella che c’era era la cordialità, l’affabilità nell’accogliere le persone nello scambio di battute, nella disponibilità verso l’altro. Non sto dicendo che era un eden, perché gli screzi e i modi bruschi fanno parte della natura umana. Ma c’era cura nel trattare le persone, si voleva accontentare il cliente, anche quello incontentabile, farlo uscire dal negozio soddisfatto dell’acquisto. Anche qui non è che le “fregature” non c’erano, ma sicuramente erano molto meno di quelle di oggi…
E va bene i vecchi tempi… Questi flashback servono per dire che si stava meglio quando si stava peggio? Si, in parte sì! E non temo per questo di essere classificato tra i nostalgici!!
Nella mia zona c’erano sarti, fabbri, materassai adesso potrei dire altrettanto? Forse ancora nei piccoli centri, ma in città come Ostia? Si fatica a trovarli! Che c’entra tutto ciò con l’artigianato? Eh beh insomma il valore aggiunto che ti poteva dare la bottega dell’artigiano nel risolverti un problema dalla ferramenta, al falegname, al fabbro ora lo devi cercare con il lanternino come Diogene! La grande distribuzione ha fagocitato inesorabile i piccoli e in modo saprofago sta fagocitando anche sé stessa. Quanti centri commerciali, i moderni santuari del consumismo, sono nati e morti soppiantati da “store” ancora più grandi e attrezzati! Anche i grandi cartelli commerciali, poi, così come le grosse “holding” della grande distribuzione cercano da tempo di sterzare verso un approccio di “customer care”. Ma la qualità del manufatto artigianale non la può mai avere il prodotto corrispondente a livello industriale! Un esempio abbastanza banale è il materasso che, qui ad Ostia, ancora lo ci si può far fare su misura,conforme alle proprie personali e, soprattutto, familiari esigenze e con ottimo materiale. Nel nostro territorio sono ancora vive delle imprese artigianali che vanno dalla produzione della birra alla falegnameria, dalla sartoria alla pasticceria e gelateria artigianali. Combattere contro i Golia del commercio è dura! Anche se Davide può sempre giocarsela con qualche buon sasso da lanciare. In primo luogo di affidabilità, serietà e competenza. Alcune cose successe nel territorio del X Municipio di Roma, fanno capire le tante difficoltà a cui la politica va incontro quando si scollega dalla realtà. Nel nostro Municipio si discute di come allietare le estati ai turisti che verranno. Intento lecito ed utile anche per il commercio, senza però che si consenta un abuso di spazi che, per esempio, trasforma uno snodo centrale come piazza Anco Marzio in una Casbah di tende o in un suk di ambulanti e chioschi più o meno autorizzati. Senza considerare oltretutto che a livello commerciale su 5 esercizi commerciali 3 chiudono e, nonostante, si facciano comunicati anti-allarmismo, le presenze sul territorio in quest’ultima estate sono diminuite di almeno il 50%. È giusto,come ha affermato proprio ieri il presidente della Confesercenti di Ostia, Ginetto Pugliè, «realizzare un evento di rivitalizzazione del territorio, soprattutto in questo molto difficile per l’intera area, ma lo stesso deve tendere alla qualificazione ed evitare che si determini una diretta concorrenza con gli esercizi presenti» (cit. in Il presidente Confesercenti sull’iniziativa a Piazza Anco Marzio a Ostia: “No al suk e alle strumentalizzazioni”, “Il Faro Online”, 27 luglio 2018). Ma è proprio una chimera pensare di recuperare quelle attività artigianali che ho conosciuto da ragazzo? C’è ancora chi ci crede e non molla. Occorre solo dargli forza politica: forza Popolo della Famiglia!