Società
di Marie-Christine
Settembre 2019: battaglia sul fine-vita in Italia
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Giovedì 19 settembre prossimo i sostenitori del fine vita ripartono all’attacco, Marco Cappato ha annunciato a Roma una grande manifestazione con concerto gratuito per chiedere al Parlamento la depenalizzazione del suicidio assistito in Italia (e in futuro anche l’eutanasia legale) in un idea di autodeterminazione dell’uomo per quello che riguarda il fine vita. Tuttavia questo 11 settembre 2019 avrà anche luogo a Roma presso la CEI un tavolo di discussione contro il suicidio e l’eutanasia con tra l’altro rappresentanti di numerose associazioni e esponenti per la famiglia e la vita. La battaglia per la vita è aperta… una battaglia per il rifiuto delle ideologie di scarto e di morte purtroppo sempre più presente nella nostra società.Ricordiamo che a febbraio 2017 Marco Cappato, esponente dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni, è stato imputato a Milano per avere aiutato Fabiano Antoniani (detto Dj Fabo), rimasto tetraplegico dopo un incidente stradale, a morire con il suicidio assistito nella “clinica” svizzera Dignitas. Per questa vicenda, secondo l’articolo 580 del codice penale, Cappato doveva essere incriminato per ”istigazione o aiuto al suicidio”, fattispecie penale che prevede la reclusione da 5 a 12 anni. Tuttavia ad ottobre 2018 la Consulta rinviò la decisione all’udienza del 24 settembre 2019 prossimo lasciando di conseguenza a Cappato più tempo. In questo senso mesi fa il presidente della Consulta durante un intervista aveva interpellato il Parlamento per pronunciarsi sulla depenalizzazione del suicidio assistito, lasciando intendere che in caso contrario avrebbe deciso la Corte.
Ma tali leggi sono necessarie?… direi assolutamente di no. Purtroppo si gioca sulla paura delle persone riguardo alla sofferenza sia fisica che psicologica.
La propaganda di certi esponenti e mass media sventolano la bandiera della libertà, “la dignità” e la morte in breve tempo, insomma una società che vuole apparire civile e benevola ma che al contrario spinge alla soppressione dei pazienti più deboli per il risparmio dei costi sanitari e in continuità con le idee eugenetiche.
Attualmente dal punto di vista deontologico esiste già la terapia del dolore e le cure palliative. Di più il codice di deontologia medica ricorda con l’art. 16 la rinuncia all’accanimento diagnostico- terapeutico in certi casi estremi e afferma con l’art 17 che l’Eutanasia è assolutamente vietata).
Purtroppo è anche entrato in vigore in Italia dal 31 gennaio 2018 la legge sulle DAT (disposizioni anticipate di trattamento) o biotestamento, una legge che comporta diverse zone d’ombra e prevede tra l’altro la sospensione della nutrizione e dell’idratazione (che non fanno parte della terapia ma che fanno parte del diritto vitale di ognuno)
Così i pazienti, come si può già vedere in altri paesi, si ritrovano ben presto prigionieri di protocolli che vanno nel senso di chi chiede il fine vita ma che purtroppo non tutelano chi non lo vuole. Penso a Charlie Gard, a Alfie Evans, a Vincent Lambert e tanti altri. Si è visto come Stati e tribunali tolgano la potestà ai genitore e alle famiglie grazie a leggi mortifere e impongano sempre la morte del paziente (con l’aiuto delle strutture sanitarie) invocando il loro “ best interest” e l’“ostinazione irragionevole” anche se purtroppo non è vero nella maggioranza dei casi.
La maggior parte della popolazione non è ben informata a riguardo e la manipolazione di massa è purtroppo d’attualità.
Ricordiamo che queste leggi mortifere sono presente ad esempio in Francia (legge Clayes Leonetti), Germania e Svizzera (suicidio assistito), l’eutanasia è in vigore ad esempio in Lussemburgo, Olanda, Belgio (il Belgio ha anche esteso l’eutanasia ai minori nel 2016). Per mezzo di protocolli lo Stato non permette l’obiezione di coscienza del medico che risulta così essere il semplice esecutore del fine vita. La relazione paziente- medico è seriamente compromessa come lo è il ruolo stesso del medico riguardo al carattere della qualità delle cure praticate al paziente.
Vorrei anche ricordare che queste leggi in vigore sono il frutto di teorie eugenetiche già esistente nel XIX secolo per la purificazione della specie umana e che il regime nazista portò all’estremo con l’eugenetica nazista. È importante constatare che queste sono ancora di attualità; anche allora si parlava di “ morte pietosa” e di vita non degna di essere vissuta. L’eugenetica prevedeva la sterilizzazione per la prevenzione di malattie ereditarie; a volte anche curare un bambino malformato o malato era visto come “ una perdita di tempo” perché comunque si pensava che sarebbe sopravvissuto solo pochi anni o mesi. Era visto come un peso economico e morale inutile. Poi l’eugenetica nazista anche lei di seguito scartò e eliminò bambini, adulti con problemi fisici, psichici, ammalati gravi per poi continuare nella sua estrema follia con lo sterminio di massa che conosciamo.
Anche oggi tali slogan sono di attualità attraverso l’aborto, il suicidio assistito, l’eutanasia… si parla della qualità della vita e di una morte dignitosa…in queste condizioni chi sarebbe degno o non degno di esistere? Purtroppo la Banalità del Male è ancorata nei cuori e si accetta nel nostro presente con un velo sulla coscienza, quello che era anche allora. Com’è possibile? Una persona che apprezzo molto disse una volta: “Il Male è banale, il bene è semplice”. Allora con semplicità facciamo scorrere il bene nelle nostre vite, nelle nostre relazioni e famiglie. Accompagniamo e soprattutto Amiamo chi è più debole, chi non ha voce… così che siamo ancora degni di essere chiamati “Umanità”.