Politica
di Maria Rosaria Giorgi
Fondo per gli indigenti, scontro al vertice comunitario
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All’Università della Politica sabato scorso è stata affrontata tra le altre anche la tematica dell’organizzazione delle strutture di governo europee. Alla domanda posta dal docente Mario Adinolfi “Chi governa effettivamente l’Europa?” la risposta non è stata proprio immediata, vista la complessità delle istituzioni comunitarie. Gli allievi hanno potuto memorizzare che il Consiglio europeo, formato dai capi di Stato o di governo dei paesi dell’UE, presidente del Consiglio europeo e presidente della Commissione europea, definisce l’orientamento politico generale e le priorità dell’Unione europea, mentre il Parlamento è l’organo legislativo dell’UE eletto a suffragio universale con competenze di vigilanza e di bilancio.
Il Presidente del Parlamento europeo David-Maria Sassoli ha recentemente commentato negativamente la possibilità di tagli alle politiche di coesione, prospettata dalla Commissione: cogliamo l’occasione delle sue dichiarazioni per approfondire alcune tematiche legate al contrasto alla povertà attuato dalla UE, e comprendere meglio i meccanismi decisionali che riguardano la vita di milioni di cittadini.
Tra Parlamento e Consiglio Ue è in atto uno scontro. Secondo le stime della Commissione europea, la politica di coesione sociale potrebbe subire una riduzione del 6%. Per il Parlamento europeo questa valutazione è sottostimata. I tagli ammonterebbero al 10% del budget. Lo scontro rischia di provocare ritardi nell’approvazione del bilancio pluriennale.
Il Presidente Sassoli si è schierato apertamente contro i tagli, dichiarando guerra al Consiglio, in un post su Facebook, il 15 ottobre: “Ogni giorno, esattamente come adesso, come oggi, 15 milioni di cittadine e di cittadini europei possono mangiare, e sopravvivere, grazie a una cosa che si chiama “Fondo per gli indigenti”, che tutela i più deboli. A breve il Parlamento europeo dovrà votare il bilancio. I governi hanno proposto tagli durissimi. Ma ce n’è uno particolarmente odioso, insopportabile: proprio al fondo di cui vi parlavo. Se tu tagli quel fondo, se addirittura lo dimezzi, che cosa diventa l’Europa? Che senso ha? La battaglia contro i tagli al cibo per gli indigenti è una battaglia su cui, lo dico subito, insieme al Parlamento europeo andrò fino in fondo. Perché per i più deboli ne va non solo della dignità: ne va proprio della stessa vita.”
“Tra un mese circa inizierà una negoziazione importante sul bilancio, cioè su cosa metteremo i soldi nei prossimi anni”. Così aveva già annunciato domenica 13 a ‘Che Tempo che fa’ su Raidue parlando delle priorità nella agenda europea. “Il parlamento europeo dovrà votare il bilancio e i governi dovranno stare attenti perché quella proposta che hanno presentato sono un insieme di tagli. E ce n’è uno insopportabile: quello al fondo per gli indigenti. Se tu tagli quel fondo o addirittura lo dimezzi che Europa avremo? O che Europa potremo dire di avere? Questa è una battaglia che il Parlamento europeo farà insieme all’opinione pubblica.”
Quindi, il Presidente del Parlamento europeo (PD) si pone in opposizione ai governanti degli Stati membri favorevoli ad un decremento dei fondi per la coesione territoriale, annunciando una lotta sui fondi specificamente dedicati agli indigenti.
Ecco dunque un’esercitazione pratica per gli allievi della UdP: seguire le notizie di cronaca, quelle che magari finora non suscitavano particolare interesse, con una diversa attenzione a capacità di comprensione. Non “Europa sì/Europa no”; non slogan o luoghi comuni; non semplificazioni utili solo a tenere occupate masse di “commissari tecnici della politica” in chiacchiere da bar.
E occorre cercare sempre approfondimenti. Ad esempio: che cos’è esattamente questo fondo europeo per gli indigenti, e come funziona? Proponiamo qui alcune interessanti informazioni, ricavate dalla Relazione di attuazione 2017.
Il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) sostiene gli interventi promossi dai paesi dell’UE per fornire agli indigenti cibo e /o un’assistenza materiale. Comprende i generi alimentari, gli indumenti e altri articoli essenziali per uso personale, ad esempio calzature, sapone e shampoo. Il Fondo concorre quindi all’obiettivo di eliminare la povertà nell’Unione, contribuendo a conseguire l’obiettivo di ridurre di almeno 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà e di esclusione sociale.
Sono 3,8 miliardi di euro i finanziamenti dell’UE per il periodo 2014‑2020: sono distribuiti a livello nazionale attraverso i programmi operativi, sulla cui base le autorità nazionali adottano le singole decisioni che portano all’erogazione dell’assistenza mediante Organizzazioni Partner.
In Italia il FEAD finanzia principalmente l’acquisto e distribuzione di beni alimentari. Ulteriori interventi riguardano:
la fornitura di materiale scolastico a ragazzi appartenenti a famiglie disagiate;
l’attivazione di mense scolastiche in aree territoriali con forte disagio socio-economico, allo scopo di favorire la partecipazione degli studenti ad attività pomeridiane extracurriculari;
aiuti a favore delle persone senza dimora e in condizioni di marginalità estrema.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sulla base dei fabbisogni alimentari rilevati, ha approvato la proposta di paniere di alimenti da distribuire; l’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) ha provveduto alla selezione dei fornitori, per l’approvvigionamento dei beni alimentari definiti nel paniere, per un ammontare di € 43.800.000,00.
I prodotti del paniere vengono affidati ad Organizzazioni Partner (OP). Le Organizzazioni Partner Territoriali (OpT) distribuiscono gli aiuti alimentari alle persone in condizione di indigenza e offrono misure di accompagnamento sociale; le Organizzazioni Partner Capofila (OpC) coordinano le attività di stoccaggio e distribuzione dei prodotti. Le OpT e le OpC devono garantire la tracciabilità dei flussi relativi alla distribuzione degli aiuti alimentari.
Al 31 dicembre 2017, risultano effettuati pagamenti per complessivi euro 47.129.486,21, ripartiti nelle seguenti tre voci di spesa:
euro 45.403.299,97 per le spese per l’acquisto di prodotti alimentari;
euro 54.984,00 per le spese per finanziare le attività di preparazione, gestione, sorveglianza, assistenza tecnica e amministrativa, audit, informazione, controllo e valutazione;
euro 1.671.202,24 per il rimborso delle spese amministrative di trasporto e di magazzinaggio alle organizzazioni partner.
In totale, nel corso dell’anno 2017 sono state consegnate alle OpC 78.438,075 tonnellate di prodotti alimentari:
Ton 53.824,929 di riso, pasta, farina, biscotti, olio di semi di girasole, legumi in scatola, polpa di pomodoro;
Ton 14.790,807 relativi ai prodotti alimentari (carne, formaggi, pasta e latte);
Ton 9.822,340 di biscotti, farina, legumi in scatola, olio di semi di girasole e riso.
Hanno usufruito degli aiuti: 454.901 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 197.756 persone anziane (di età uguale o superiore ai 65 anni), 860.537 donne, 379.446 migranti, 38.501 persone con disabilità e 217.407 persone senza dimora.
Nel 2017 complessivamente hanno partecipato alla distribuzione 197 Organizzazioni Partner con ruolo di Capofila, a cui fanno riferimento 10.607 Organizzazioni Partner Territoriali. Il numero totale di assistiti è stato pari a 2.700.012.
Un lavoro enorme ed accurato, realizzato attraverso il lavoro dei volontari da organizzazioni storicamente e capillarmente presenti sul territorio. Le Organizzazioni Partner sono enti pubblici oppure organizzazioni non governative, selezionate dalle autorità nazionali sulla base di criteri oggettivi e trasparenti. Le Organizzazioni rappresentate su tutto il territorio nazionale sono l’Associazione Banco alimentare, la Caritas e la C. R. I., presenti a livello locale con le Caritas diocesane e i Comitati provinciali.
La Commissione Europea richiede agli stati membri di tracciare i flussi della distribuzione alimentare e di rendicontare le attività svolte attraverso una relazione annuale.
Abbiamo riportato numeri, informazioni, procedure, ma il prof. Adinolfi lo ha detto: I numeri non dimostrano nulla, e la mera descrizione dei fatti avviene pur sempre in base ad un orizzonte di precomprensione. Dai meri numeri occorre dunque ricavare un’opinione ragionata ed esprimere un giudizio politico, applicando un metodo di approfondimento necessario per una valida formazione: un metodo che grazie alla UdP nel PDF darà l’impronta ad un agire politico maturo e competente.