Società
di Davide Vairani
Planned Parenthood vende feti, quindi si accusa chi li incastra
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Una giuria federale della California ha deciso che il pro-life David Daleiden e i suoi colleghi del Center for Medical Progress hanno provocato danni sostanziali alla Planned Parenthood.
Il colosso americano abortista ha intentato una causa civile nel 2017, accusando Daleiden, Sandra Merritt e i membri del consiglio di amministrazione del Center for Medical Progress di oltre una dozzina di crimini, tra i quali, violazione di domicilio e riservatezza, intercettazioni telefoniche illegali e cospirazione.
Il giudice federale William Orrick ha fatto di tutto perché venerdì scorso i dieci giurati li condannassero a risarcire la Planned Parenthood per una astronomica cifra di 2,28 milioni di dollari: 870.000 dollari in danni punitivi e circa 470.000 in danni compensativi, questi ultimi triplicati di valore in oltre 1,4 milioni di dollari, perché è stata loro applicata una legge federale, la Federal Racketeer Influenced Corrupt Organizations Act (RICO), cioè la legislazione anti-racket contro le organizzazioni criminali.
David Daleiden - fondatore del Center for Medical Progress – in trenta mesi di inchiesta “undercover” tra il 2014 ed il 2015 era riuscito a scoperchiare il ventre più agghiacciante della Planned Parenthood Federation of America (PPFA) e di dieci delle sue affiliate abortive. Fingendosi rappresentanti di una società inventata di commercio dei tessuti fetali chiamata BioMax, il giovane David era riuscito a video-registrare una serie di incontri con il personale di PPFA. A partire dal 2015, il Center for Medical progress ha iniziato a pubblicarli su youtube: 14 video che mostravano anzitutto l’atroce disinvoltura con la quale il colosso americano trattasse in generale i feti e nella fattispecie i mezzi e le tecniche adottate per la vendita (illegale) di parti del corpo e tessuto fetale da bambini abortiti.
I lettori più affezionati de La Croce ricorderanno bene i numerosi articoli di denuncia firmati da Federica Paparelli Thistle, articoli che tentavano di riprodurre su carta quanto si poteva vedere (e sentire) chiaramente nei video schok. Colazioni di lavoro in cui si discute con disinvoltura di quantità e qualità di fegati, cuori, polmoni, reni, braccia e gambe ‘prodotti’ in serie dalle cliniche affiliate a PPFA. Battute su Lamborghini pretese in premio per gli ottimi accordi strappati, o su teste intere di bambini abortiti inviate ai laboratori di ricerca per garantire la conservazione del tessuto neurale richiesto (“così aprono la scatola e fanno: ‘Oddio!’”). Manager che discettano delle tecniche abortive più adatte alla conservazione degli organi. Testimoni che ricordano casi di bambini nati vivi e fatti a pezzi con le forbici. Intermediari di tessuti fetali che raccontano di ordini da “50 fegati a settimana” e di “prodotti del concepimento” letteralmente “caduti fuori” dalle pazienti.
Luglio 2014. Si vede Deborah Nucatola, Senior Director of Medical Services, una posizione ai vertici del quartier generale del colosso degli aborti. In questa veste supervisionava le pratiche abortive nelle sedi PPFA di tutta l’America fin dal 2009 e si occupava anche dell’addestramento dei nuovi arruolati nei ranghi delle cliniche della morte. La dottoressa è in un ristorante a pranzo con quello che lei pensa essere il rappresentante di una ditta di commercio di tessuti fetali e che in realtà è David Daleiden. Mentre impassibile pasteggia con un calice di vino rosso in mano, racconta con una noncuranza rivoltante il commercio illegale che Planned Parenthood farebbe di organi e altre parti dei bambini appena abortiti. Di questo video esistono due versioni, entrambe pubblicate su YouTube: quella integrale, della durata di più di due ore, e quella sintetica, di circa otto minuti. Le immagini che seguono mostrano una schermata presa dal sito Stemexpress.com, nel quale basta riempire un semplice modulo online per richiedere gli organi (organi!) che si desiderano, con possibilità di scegliere anche la settimana di gestazione del feto. Nel menù a tendina del modulo d’ordine si può leggere una lista impressionante: cervello, cuore, cuore con arterie e vene, polmoni, fegato, fegato e timo, tiroide con paratiroidi, milza, intestino tenue e crasso. Ma non basta. Il video prosegue: gli attori chiedono alla Nucatola se il fatto di sapere che esiste una specifica richiesta di tessuti cambi qualcosa nella procedura medica dell’aborto – in pratica se Planned Parenthood faccia o meno “aborti su misura”, a seconda delle necessità del cliente, con lo scopo di raccogliere determinati organi. Pare che sia proprio così: infilando la forchetta nell’insalata, la Nucatola risponde che «fa un’enorme differenza: direi che molte persone vogliono il fegato. E per questo motivo la maggioranza dei providers [medici delle cliniche di Planned Parenthood, n.d.r.] eseguono questi casi con l’aiuto dell’ecografo, in modo da sapere dove mettono il forcipe». Per cui è importante per il medico “essere consapevole di dove mette le pinze, tu cerchi intenzionalmente di andare sopra o sotto il torace. Siamo stati molto bravi a ricavare cuore, polmoni, fegato, perché lo sappiamo. Quindi non andrò a schiacciare quella parte, in pratica andrò a schiacciare sotto, o andrò a schiacciare sopra e vedrò se riesco a ottenere il tutto intatto». Difficile dire che cosa sia più osceno, se sia la facilità con cui usa la parola “schiacciare” parlando del corpo di un bambino indifeso o il gusto con cui mangia l’insalata mentre dice queste cose.
Anche se non sembra possibile, la Nucatola aggiunge altro orrore, andando avanti a spiegare come la parte più difficile sia riuscire a mantenere la testa intatta in un aborto. In questi casi il medico cercherà di modificare la posizione in cui si presenta il bambino, perché se è posizionato a testa in giù, la dilatazione all’inizio della procedura medica non è sufficiente per preservare l’integrità del cranio. Per questo motivo l’abortista girerà il bambino in modo da poter effettuare un’estrazione podalica, al termine della quale avrà una dilatazione sufficiente per ottenere il suo scopo. La Nucatola non chiarisce come avvenga l’aborto, cioè in quale momento dell’operazione il medico proceda a uccidere il bambino in questo caso.
Il video del Center for Medical Progress riferisce che questa procedura è identica a quella dell’aborto con nascita parziale, una pratica dichiarata illegale a livello federale nel 2003, particolarmente se e quando diretta al commercio di parti umane. In questo tipo di procedura il medico, dopo aver estratto il corpo del bambino fino al collo, lasciando intenzionalmente la testa all’interno, procede a perforare il cranio e ad estrarne il contenuto con un aspiratore. Se così non facesse, il bambino nascerebbe vivo e ogni ulteriore pratica volta a ucciderlo sarebbe considerata omicidio per la legge.
Il registro narrativo di tutti i video ed audio affonda lo zoom dentro il ventre oscuro delle cliniche abortiste americane. Il resto fa parte dello scontro politico tra pro-life ed abortisti americani, comprese le aule dei tribunali. Planned Parenthood ha avviato 14 cause tra penali e civili in diversi stati americani, tra i quali un processo penale tutt’ora in corso contro Daleiden e Merritt avviato dall’ex procuratore generale della California, Kamala Harris. Lo stesso giudice William Orrick che ha presieduto questo processo è accusato dagli avvocati di essere un sostenitore di PP, di avere negato alla giuria di visionare i video originali e di avere dato chiare istruzioni ai giurati che Daleiden e compagni sono colpevoli di aver partecipato sotto copertura alle conferenze della National Abortion Federation e di aver violato gli accordi di segretezza che si firmano per partecipare a quelle riunioni, invitando quindi i giurati a concentrarsi solo sull’entità del risarcimento danni da riconoscere alla Planned Parenthood.
Nonostante il clamore suscitato nel 2015 dopo la resa pubblica dei video su youtube, Planned Parenthood non è mai stata giudicata colpevole da alcun tribunale per nessuna delle accuse di trarre profitto dalle vendite delle parti del corpi dei feti nelle sue cliniche.
Planned Parenthood è una gigantesca organizzazione no-profit composta da 159 affiliate mediche e non mediche, che gestiscono oltre 600 cliniche sanitarie negli Stati Uniti. Collabora con organizzazioni di 12 Paesi in tutto il mondo. I centri Parenthood hanno eseguito oltre 332.000 aborti a livello nazionale durante l’ultimo anno per il quale sono disponibili statistiche. PPFA e le sue affiliate hanno ricevuto 563,8 milioni di dollari in contributi pubblici e rimborsi nell’ultimo esercizio finanziario.
La verità non è ciò che accade, ma ciò che si vuole far credere che accada.
Il problema non è il fatto che PP abbia o meno violato le leggi, ma il fatto che per logiche di Potere aleggi una zona grigia di opacità sui metodi e le modalità di azione della rete PP in nome delle quali (logiche) chiunque provi a metterci sopra i riflettori viene calunniato dai media liberal americani e considerato (e condannato) come una organizzazione criminale dai tribunali.
In gioco c’è anzitutto la libertà di parola e di stampa per quanti scelgono di andare in direzione ostinata e contraria.