Società
di Rachele Sagramoso
L’importanza di pregare insieme, come coppia e in famiglia
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San Pio – racconta Cristina Righi – lo chiamava “arma”, e se nei confronti dei cristiani che pregano c’è ancora molta intolleranza, evidentemente il santo Rosario è realmente un mezzo potente per sollevare lo spirito. Antonio de Rosa – di Matrimonio Cristiano – proprio insieme a Cristina Righi, hanno avuto un’idea bellissima per coinvolgere le famiglie (soprattutto i coniugi), nella preghiera: una decina di Rosario tutti insieme, per dedicarsi alla preghiera, per ritagliarsi una manciata di minuti con Nostro Signore, chiedendo aiuto a Sua Madre. Se ognuno di noi, coppia, partecipa dicendo “Una decina a testa…” - come dice il simpatico ed evocativo titolo dell’iniziativa – “…al nemico nulla resta”!
Cristina è una donna entusiasta, che spiega con gioia perché partecipare a questa proposta comunitaria di preghiera: recitare una decina a testa, come coppie o singoli (gli impegni della famiglia e del lavoro, talvolta sono molti), è importante perché Nostro Signore, che nel mondo ha già vinto, vuole portarci in Paradiso come famiglie, come gruppi di affetti legati indissolubilmente dal sacramento del matrimonio.
Ogni settimana sarà possibile collegarsi via web e, oltre che la decina ‘scaccia-nemico’, è previsto l’accompagnamento di un Santo e di un testimone: “ospite” d’eccezione la riproduzione della Madonna delle Ghiaie di Bonate (anche chiamata Maria Regina della Famiglia). Il martedì, quindi, alle 19, Antonio porterà le intenzioni di chi parteciperà alla decina e che avrà scritto al 3388575865. Quando Antonio riceverà il messaggio di queste persone, invierà il link di partecipazione alla diretta: questo farà sì che costoro, che chiedono l’intercessione della Madonna per superare le debolezze e le fatiche della vita quotidiana, si sentano responsabili direttamente della preghiera comunitaria. La diretta sarà visibile sulla pagina facebook: Il matrimonio cristiano, Via di santità e felicità.
Ma perché una decina per famiglia? Perché è il nucleo familiare il centro degli scontri culturali moderni. Se da una parte assistiamo a uno sgretolamento delle relazioni tra uomo e donna (che si riversano moltissimo sui figli), siamo testimoni di quanto la presa di posizione immotivata contro il sacramento del matrimonio, sia causa di una sofferenza enorme dei singoli. Assumersi la responsabilità di chiedere attivamente aiuto alla Madonna, è importante perché non si rimane timidamente in disparte ma si affrontano i propri limiti direttamente, sapendo che appresso vi è una comunità orante che parimenti, nei limiti dell’umano sentire, non abbandona la singola famiglia, ma affronta con essa le difficoltà. Mettersi in gioco, per una coppia con le grandi difficoltà del quotidiano, è importante anche se non semplice: accettare di essere figli di Dio e che, come tali, possiamo affidarci a Lui che tutto sa e tutto dispone, è compiere un passo verso la nostra fragilità di uomini e donne, di coppie. Sapere che Lui, che è Padre, ci ascolta e ci fa essere protagonisti delle nostre scelte, credendo con fiducia nelle nostre possibilità (Lui ci progetta, Lui ci mette alla vita), può spaventare, può minare le certezze di esseri umani che la modernità vuole forti, sicuri, eccelsi: farsi piccoli come bambini, infatti, non è semplice. Ammettere di essere in difficoltà, potrebbe essere il primo passo per accogliere Gesù nella vita della famiglia, come lo potrebbe essere quello di donare qualche minuto a chi ne ha bisogno, a chi vorrebbe essere accompagnato nelle asperità spirituali della vita.
A tale iniziativa non si può certo dire di no, poiché ogni martedì si è guidati da persone che hanno fatto della Fede, una luce costante della vita: sono stati ospiti di questa iniziativa anche la mamma di Carlo Acutis, Antonia, i genitori di Chiara Corbella (Antonio e Anselma), diversi sacerdoti, e altre personalità.
Non mi resta che partecipare, ordunque, sapendo che le mie enormi ferite, saranno sanate da chi con me pregherà “Una decina al giorno…”!