Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Al via a Budapest il Congresso Eucaristico Internazionale
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
“Il Signore Dio ci doni di poter sentire in questi giorni che Cristo è con noi nell’Eucaristia. Non lascia da sola la Chiesa, i popoli, l’umanità”. Sono parole sentite quelle che il cardinale Péter Erdő, primate d’Ungheria, pronuncia all’inizio della Messa a Budapest che apre il 52.mo Congresso Eucaristico Internazionale, rinviato lo scorso anno a causa della pandemia. Un saluto che il porporato estende anche ai rappresentanti dei cristiani d’Oriente con i quali si lavora e si prega “per costruire l’unità dei cristiani” e perché “la nostra testimonianza – afferma il cardinale Erdő - sia credibile”.
Da questo ideale pulpito, la voce dei Pastori, la voce di questa commovente assemblea, desidera bussare – umile e lieta – al cuore dei popoli d’Europa, e andare oltre fino a raggiungere i punti più remoti della terra.
Una voce che è “debole, ma fa eco a quella dei secoli ed è segnata dal sangue dei martiri”, da qui trae forza per annunciare Gesù e ricordare che “nonostante i limiti e le ombre dei suoi figli, nella Chiesa fiammeggia la luce di Cristo”.
Quella voce, “come una vela spiegata al soffio dello Spirito”, dice una grande verità all’uomo di oggi: Non sei solo in un universo ostile, non sei solo di fronte al mistero meraviglioso della vita, non sei solo con la tua sete di libertà e di eterno. Ovunque tu sia, non sei invisibile, Dio ti guarda con amore; non sei orfano, Dio ti è Padre; tu vali il sangue di Gesù, Redentore del mondo e Pane di vita eterna. Non avere paura: Dio non è morto, l’Eucaristia oltrepassa ogni solitudine, ogni distanza, ogni indifferenza.
E così quella stessa voce fa sì che la Chiesa sia chiamata a non tacere, a non essere ridotta in silenzio ma a “dare al volto di ogni uomo lo splendore del Cristo risuscitato”.
Guardando ai ragazzi della prima comunione e della cresima, il cardinale Bagnasco ricorda la semplicità del loro cuore che accoglie Gesù, un amico che non tradisce. Ai giovani delle scuole cattoliche dice che fede e ragione corrono insieme e che “Dio non è concorrente della vostra libertà, e la fede non è una serie di divieti, ma un grande sì alla gioia, anche quando è impegnativo perché l’amore è una cosa seria”.
Ricordate: la Chiesa ha bisogno di voi, della vostra giovinezza, dei vostri entusiasmi, e voi avete bisogno di Gesù. Tutto invecchia presto, solo Dio è sempre giovane, e la Chiesa è la vera giovinezza del mondo poiché custodisce il sacramento del Corpo di Cristo. L’Eucaristia sia il centro delle vostre giornate. Di tutti i giorni!
Il cardinale Bagnasco si rivolge anche ai sacerdoti, “sentinelle del mattino, presenza viva della Chiesa Madre e Maestra”. A loro va il ringraziamento della Chiesa perché “araldi dell’amore di Dio, profeti dello Spirito in un mercato della materia, eredi di una Tradizione viva e annunciatori del futuro in un mondo smarrito”. “La Chiesa – aggiunge - non vi assicura la tranquillità, ma vi ripete con Cristo: ‘Non temete’”.
Infine l’invito a chi sente il peso della Croce, piange o è perseguitato per la giustizia, a chi si sente senza voce e senza patria, è di riprendere coraggio perché il Signore è presente nel cuore di chi si avvicina a lui. La Chiesa non ha altro nome da annunciare e da adorare: Gesù Cristo. Ricordate: il suo volto è il Vangelo, la sua presenza è l’Eucaristia” è la conclusione del prelato. Il programma dell’evento prevede Messe, preghiere, testimonianze, conferenze, interventi di patriarchi e leader ecumenici ed anche momenti musicali, tra cui una celebrazione nella lingua dei Rom europei. Fino ad arrivare all’evento più atteso: la celebrazione del 12 settembre con Papa Francesco. È ricco di appuntamenti il programma del 52° Congresso Eucaristico Internazionale che ha preso il via ieri 5 settembre e che, fino a domenica 12, riunisce a Budapest rappresentanti di tutte le Chiese del mondo, anche da Paesi in conflitto. Rimandato lo scorso anno a causa delle restrizioni per il Covid, il Congresso verrà ufficialmente concluso dal Papa con una Messa celebrata nella Piazza degli Eroi della capitale ungherese. Il Pontefice la celebrerà dopo una mattinata densa di incontri, prima con il presidente della Repubblica e il primo ministro, poi con la Conferenza episcopale ungherese e i membri del Consiglio ecumenico delle Chiese e di alcune delle locali Comunità ebraiche. Dopo la Messa, il Papa si sposterà in Slovacchia.