Società
di Mirko De Carli
Il confine da non valicare
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“Ero mamma, ora terrorista”: in questa drammatica frase tutte le ragioni del perché non possiamo sentire nostre le piazze di questi giorni. Diciamocelo chiaro: il problema reale non è la violenza degli irriducibili (di qualsiasi fazione ideologica essi siano) ma la disperazione della “gente comune” che arriva ad abbracciare la violenza per trovare una risposta all’altezza dello sconforto e abbandono che vive.
Questo dovrebbe preoccuparci e portarci ad agire con forza per evitare di unire ai delinquenti persone per bene che non c’entrano nulla con gli assalti premeditati alla Cgil di sabato a Roma. Se una madre arriva a dirsi disposta ad agire da terrorista vuol dire che la società attuale è talmente “marcia” da non offrirle nulla di positivo per cui credere che il domani, per i suoi figli, possa essere migliore di un presente governato dalla disperazione.
La stessa domanda me lo posi davanti agli attentati terroristici perpetuati da ragazzi figli di immigrati ma nati e cresciuti in Europa e che si facevano saltare per aria dicendo che di “amare di più la morte di quando noi amiamo la vita”: anche allora dissi che il vero nodo della questione era l’incapacità occidentale di offrire dei valori nobili capaci di riportare come centrale il “dare la vita per gli altri” (di cristiana memoria) anziché lasciar dilagare un consumismo individualista dove l’altro viene visto come ostacolo alla piena realizzazione personale (per cui sono disposto pure ad ucciderlo per raggiungere la “vita eterna”).
La frase sconcertante di questa mamma deve necessariamente farci comprendere che la risposta ad una politica che non è in ascolto del disagio reale e crescente delle famiglie non può essere nelle piazze guidate e organizzate da personaggi sotto daspo o condannati: possiamo costruirla e organizzarla solo dentro comunitá autenticamente democratiche capaci di ribaltare l’ordine delle priorità dentro le istituzioni repubblicane.
Ci troviamo oggi come si trovarono i popolari di Sturzo e De Gasperi negli anni venti del Novecento: o con le squadracce che portarono buona parte del ceto medio a devastare l’Italia liberale da loro ritenuta inadeguata a governare la crisi economica e sociale o con le forze democratiche (diverse per sensibilità ma unite per affezione ai luoghi della partecipazione popolare). Io, noi scegliamo ancora oggi l’opzione popolare con la speranza che questa mamma abbandoni la strada del terrorismo e torni a fare la mamma con uno Stato che finalmente le riconosca il valore pubblico del suo impegno con il reddito di maternità. Il Popolo della Famiglia è nato ed è in campo per questo, ora più che mai.