Storie
di Roberto Signori
Green pass, i portuali di Trieste contro l’obbligo: “Blocchiamo i porti”
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In vista dell’entrata in vigore del Green pass per accedere ai luoghi di lavoro, il settore portuale è sul piede di guerra. “L’unica apertura che possono avere nei nostri confronti - ha detto Stefano Puzzer, il portavoce dei portuali di Trieste - è togliere la certificazione”. Puzzer ha anche aggiunto che “il blocco del 15 ottobre è confermato, non si fermerà solo il porto di Trieste. Quasi tutti i porti si fermeranno”.
Anche Conftrasporto interviene nella protesta legato al Green pass al lavoro e il presidente Paolo Uggé spiega: “Si sta determinando una situazione per cui si rischia che il 15-16 ottobre il trasporto in Italia si blocchi”. Aggiunge che dal ministero “non abbiamo risposte” e “se questo atteggiamento proseguirà e non uscirà un chiarimento, può succedere di tutto”. Poi conclude: “Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il Green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo”.
Il presidente di Federlogistica Luigi Merlo replica: “Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso. Inoltre ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega a un ricatto inaccettabile”. Per Merlo si conferma politicamente un “commissariamento” di fatto del ministero delle Infrastrutture.
Il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga auspica che “con il buon senso si possa arrivare a un equilibrio”, altrimenti “rischiamo di fare un danno enorme, non soltanto all’economia della città ma anche a tutti quei lavoratori che con l’indotto del porto lavorano, e non solo nel porto”. E precisa di “non intervenire come Regione sulle realtà produttive perché ho profondo rispetto delle istituzioni che le governano”. Propone inoltre dal 15 ottobre “tamponi nasali meno fastidiosi e fai-da-te da effettuare con la supervisione responsabile d’ufficio”.
A Genova alcuni terminalisti del porto pagheranno i tamponi ai dipendenti senza Green pass, fa sapere il presidente dell’associazione di settore di Confindustria Beppe Costa dopo una riunione in prefettura. “La decisione è di ogni azienda - spiega -, alcune hanno dato la disponibilità e altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore”. Tra i portuali genovesi non sono vaccinati 20 su 100.
I portuali di Trieste scrivono nel loro comunicato di avere ricevuto fiumi di solidarietà, offerte di soldi e parecchie proposte di matrimonio, ma declinano Al di la di come la si pensi sulla questione, va dato atto che il loro modo di combattere - rifiutando tamponi gratis, rifiutando soldi “perché ci sono tanti altri lavoratori in difficoltà” - è un modo cavalleresco, virile, leale. Di chi è pronto a pagare di tasca propria per le proprie idee, senza scorciatoie