Chiesa
di Tommaso Ciccotti
Haiti: chiesto un riscatto per la liberazione dei missionari rapiti
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Diciassette milioni di dollari, uno per ogni missionario rapito. Questa la richiesta di riscatto avanzata dalla banda che ha sequestrato 17 religiosi americani, tutti statunitensi e uno canadese, nei giorni scorsi ad Haiti. Tutti fanno parte dell’organizzazione Christian Aid Ministries. Lo scrive il Wall Street Journal riportando le dichiarazioni del ministro della Giustizia di Port au Prince. Liszt Quitel, secondo la quale l’Fbi e la polizia haitiana sarebbero in contatto con i rapitori, ai quali hanno chiesto il rilascio dei missionari rapiti.
Dopo il devastante terremoto dell’agosto scorso, che fa seguito a quello del 2010 e della pandemia di colera scoppiata subito dopo, nel Paese caraibico è sempre altissima la tensione. Ieri il primo ministro Ariel Henry e la sua scorta sono stati costretti a fuggire da una cerimonia ufficiale a Port-au-Prince, minacciati da un gruppo armato. I miliziani hanno poi sfilato al posto della delegazione governativa, Un segno di come Haiti sia sempre di più nelle mani della criminalità e sia un Paese abbandonato dalla Comunità internazionale che forse non percepisce la drammatica urgenza della situazione.
Nei confronti di Haiti c’è l’indifferenza più totale che si possa immaginare. Haiti potrebbe essere considerato come uno dei paradisi terrestri nel pianeta, perché butti per terra un seme e cresce una pianta. E’ una terra prediletta dalla natura, però gli esseri umani l’hanno completamente distrutta. A questo poi si aggiunge la sfortuna della situazione sismica e così il bene e il male che si alternano sono il marchio di Haiti. Una situazione insostenibile che la comunità internazionale dovrebbe valutare meglio ed intervenire.