Storie
di Raffaele Dicembrino
Il saluto a Luigi Amicone
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Luigino Amicone ha lasciato improvvisamente familiari, amici, colleghi ed anche i suoi appassionati lettori. Oggi l’ultimo saluto. Il ricordo di Massimo Camisasca vescovo di Reggio Emilia sul Corriere.
Luigi Amicone fu uno di quei giovani che nel tempo del liceo erano stati affascinati dalle proposte della sinistra extraparlamentare. Un incontro cambiò la sua vita.
Nella realtà dei primi gruppi di Comunione e Liberazione, che stava allora rinascendo dalle ceneri del ’68, trovò la risposta che cercava la sua inguaribile sete di vita. Luigino era un animo semplice e profondo assieme. Appassionato fino a diventare intransigente, e limpido, di quella limpidezza che appariva nei suoi occhi, che rimasero quelli di un bambino anche nella maturità e nella vecchiaia incipiente.
Nel 1976 si trovò a far parte di quel piccolo gruppo di giovani intorno a don Giussani che fece di loro la punta avanzata di un rinnovamento di Comunione e Liberazione. La scoperta della fede aprì per Luigi una responsabilità sociale. Chiuso Il Sabato, fondò Tempi. Ha parlato in questi venticinque anni di temi trascurati da tutti e con un’ottica assolutamente originale e misconosciuta: educazione, libertà religiosa, cristiani perseguitati, un’Europa burocratica e radicale, lontana dai popoli che la costituiscono.
Ha colpito con durezza e verità le correnti che sono ritenute ovvie in questo tempo di postmodernità: la relativizzazione della sessualità, il minimalismo nella letteratura, il nichilismo nella vita quotidiana.
Ha parlato di Chiesa sempre con grande rispetto e con laica libertà.
Da un certo punto di vista Amicone è stato un sognatore, ma di questi sogni abbiamo bisogno per allargare gli orizzonti talvolta ristretti della nostra vita quotidiana.