Politica
di Roberto Signori
Reddito di cittadinanza: un flop senza fine
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Sono i cosiddetti navigator a fare da collante con i CpI aiutando i cittadini dalla prima convocazione fino all’accettazione di un’offerta di lavoro consona alle propie capacità ed attitudini. Insomma, una specie di tutor con competenze specifiche. Adesso, però, hanno detto basta anche loro: l’Anpal ha certificato che su tremila, oltre 600 di loro hanno lasciato i Centri per cercare un’altra occupazione. Se non ci sarà un’inversione di tendenza, a breve verrà a mancare il personale: il caso Liguria è quello più emblematico con il 60% dei navigator ormai occupati altrove.
Il campanello d’allarme era scattato il 30 giugno: se gli italiani che percepivano il Reddito e avevano sottoscritto il patto per il lavoro erano poco più di un milione e centomila, soltanto il 34% di loro era stato preso in carico. Ma perché mollano? Semplice, insoddisfatti del lavoro o perché hanno ricevuto proposte migliori altrove. Tornando alla Regione Liguria, i navigator attuali sono soltanto 24, un numero esiguo ed insufficiente. Come riportato dal Messaggero, queste figure hanno uno stipendio lordo di 27mila euro l’anno (quindi 1.400 euro al mese con 300 euro di rimborso spese) ma il loro contratto è di semplice “collaborazione” e dura 20 mesi, dopodiché (probabilmente) addio. Un altro dei motivi, questo, per cercare impiegno con contratti più solidi. È stato un fedelissimo di Di Maio a volerli: Domenico Parisi, ex dirigente Anpal, più volte criticato per una gestione poco efficiente e trasparente dell’agenzia.
I numeri non mentono mai: dal settembre 2019 al mese di dicembre 2020, su scala nazionale, i navigator hanno effettuato mediamente meno di un colloquio al giorno con chi percepiva il reddito di cittadinanza (950mila persone), svolto soltanto 700mila verifiche e contattato non più di 450mila aziende, in pratica un mezzo disastro rispetto quanto prospettato. L’addio dei navigator, però, pone un problema enorme per i Centri per l’impiego, che si ritrovano ancora più abbandonati e senza questa figura specializzata. Chi aiuterà nel percorso lavorativo chi percepisce il RdC? Per correre immediatamente ai ripari, sarà necessario assumere nuovo personale specializzato altrimenti potrebbe crescere ancora il “bivacco” di chi percepisce il sussidio statale stando serenamente a casa sul divano. Un problema che l’Italia non può permettersi dal momento che, come ci siamo occupati sul Giornale.it, sono già stati spesi quasi 20 miliardi in tre anni, un salasso.
L’ennesimo esempio di come il reddito di cittadinanza, in molteplici casi serve a render comoda la vita di chi neppure se lo cerca un lavoro o peggio ancora aiuti a truffare lo Stato chji lavora in nero.