Chiesa
di Ilaria Sorrentino
CAMMINANDO CON IL BEATO ROSARIO ANGELO LIVATINO
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Tre giorni di grazia. Tre giorni per comprendere una storia di vita cristiana vissuta in pienezza. Tre giorni per raccontare, conoscere ma soprattutto per imparare ad essere leali difensori dell’amore perché: “Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili”. Il passaggio della reliquia del Beato Rosario Angelo Livatino è per Ravanusa un’occasione di cambiamento. Un’occasione per sfidare la nostra umanità sull’esigenza di mettere al primo posto l’amore e di puntare a mete alte, che diano senso alla vita. Tre giorni destinati agli incontri con i giovani delle scuole alternati a momenti di preghiera.
“Rosario Angelo Livatino mette a disagio le coscienze perché è una figura rumorosa” parole quelle di don Gero Manganello che ci mettono di fronte alla figura di un uomo onesto, leale che ha compiuto fino in fondo il proprio dovere, senza scendere a compromessi, tenendo sempre la schiena dritta e guardando in faccia anche la paura, con coraggio.
Per questo la storia del Beato Rosario Angelo Livatino è così significativa, perché ha vissuto le nostre stesse circostanze, e ha dovuto affrontare le nostre stesse sfide e i nostri stessi rischi, ha dovuto fare lui stesso il cammino ma con la consapevolezza di abbandonarsi totalmente e incondizionatamente all’amore di Dio senza riserve. Da questo sì al coraggio deriva l’urgenza di scelte audaci, frutto di vero amore. Un invito a scegliere la libertà più grande, la libertà dell’amore che non tollera mezze misure, o tutto o niente. L’educazione ricevuta in famiglia e la fede maturata nel tempo gli hanno dato una visione alta della realtà, della responsabilità e del dovere, ispirata al Vangelo e in netta contrapposizione con la mentalità corrente e con la logica del mondo. L’omertà, la paura e l’indifferenza sono l’anima della Mafia, in tutta la sua tragica semplicità. E se non siamo vigili, se non facciamo nascere in noi un’attenta coscienza civile, la sensazione è che la partita sia persa in partenza. Questi tre giorni vogliono rappresentare un’inversione di rotta. “La mafia non ha vinto, ha vinto la testimonianza del Beato Rosario Angelo Livatino che ancora oggi continua ad essere un grido che profuma di Vangelo” (don Giuseppe Cumbo). Parole che pesano come macigni e spingono chi crede a rischiare per un amore che sia senza misura e senza paura. Parole che sono arrivate al cuore di ogni fedele come una promessa e come una sfida. Ogni attimo, ogni momento di questi tre giorni di grazia sono una chiamata a rispondere alle nostre responsabilità. Un invito a schierarci per la Verità, quella che rende liberi, quella che non ti incatena. Le cose possono e devono cambiare. Tutto questo può e deve essere un modo per imparare, magari di nuovo, a ritrovare l’essenza nella semplicità. “Protagonisti non vuole dire avere la genialità e la spiritualità di alcuni, ma avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l’eternità, unico e irripetibile” (don Luigi Giussani).
La reliquia, la camicia insanguinata che il magistrato indossava quel 21 Settembre di trent’anni fa quando, lungo la strada statale 640, fu affiancato da un commando di stiddari che lo uccise, diventa testimonianza di chi ha sperimentato la fatica quotidiana dell’esistenza con i suoi successi e i suoi fallimenti, trovando nella fede la forza di rialzarsi sempre e proseguire il cammino. Questa testimonianza per noi deve essere un’occasione. Un’occasione da cui ripartire. Un’occasione che ci può sembrare difficile da credere e attuare in un mondo come quello attuale dove tutti sembrano avere troppi impegni, troppi problemi, troppi pensieri, desideri e speranze che ci portano lontani da Dio. Soprattutto in un mondo dove l’uomo sembra confidare esclusivamente sulle proprie forze, troppo preso da “ciò che deve fare” e troppo distratto da “ciò che deve essere”. “Ognuno di noi è stato scelto attraverso un incontro gratuito perché si renda egli stesso incontro per gli altri. È dunque per una missione che siamo stati scelti” (Don Luigi Giussani).
Siamo tutti chiamati a qualcosa di importante. Siamo tutti chiamati alla santità nel nostro piccolo, nella nostra quotidianità perché è dai desideri custoditi nel cuore che si costruiscono le grandi imprese, gli imperi; è dai sogni che prende forma il mondo; è puntando al vero cambiamento che tutto ha un sapore diverso ed è puntando al bene comune che si manifesta la speranza.