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di Tommaso Ciccotti
Libro: Don Amorth continua
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Un libro, dato recentemente alle stampe dalle Edizioni San Paolo, aiuta a delineare un ritratto dettagliato di padre Gabriele Amorth, il sacerdote paolino modenese da tutti ricordato come il più famoso esorcista dei nostri tempi, scomparso il 16 settembre 2016.
“Don Amorth continua. La biografia ufficiale” è il titolo del volume a firma del giornalista Domenico Agasso, vaticanista de La Stampa, che in 240 pagine ripercorre i 91 anni di vita di padre Gabriele, 62 dei quali come sacerdote, 30 da esorcista. E proprio la ricostruzione di quei 61 anni prima che diventasse il decano di tutti gli esorcisti d’Italia e del mondo rappresenta la principale novità del libro, che rivela un background finora inedito di Gabriele Amorth, uomo dai mille volti - partigiano, politico, giornalista, scrittore, sacerdote – che ha vissuto in prima linea una parte della storia d’Italia, prima e dopo la guerra. Una vecchia Italia che si trovava a dover costruire dalle macerie belliche un’immagine democratica che non perdesse i valori più profondi del cristianesimo. Amorth - del quale poco si conosce dell’infanzia e dell’adolescenza - ha vissuto con intensità questa stagione; formatosi in gioventù nell’ambiente dell’antifascismo democristiano, lavorò a fianco di importanti personaggi dell’epoca: Dossetti, La Pira, Fanfani, Lazzati, dai quali ricevette stima e rispetto.
Ai richiami della politica, verso la quale mostrava una certa stoffa, il giovane Gabriele antepose la vocazione religiosa, maturata grazie a “una fede respirata in casa ogni giorno” con “la frequentazione della parrocchia con la mamma”, “la santità dei genitori” (il papà Mario, avvocato, è stato tra i fondatori nel 1919 del Partito Popolare di don Luigi Sturzo”) e “la bontà dei fratelli”. Ricevette l’ordinazione – il “pretonzolato”, come ironizzava la famiglia – nel 1954.
Da allora sono tanti gli eventi che hanno scandito la vita di don Amorth: il libro li ripercorre e li racconta con dovizia di particolari, avvalendosi di documenti e delle testimonianze di chi il sacerdote l’ha conosciuto da vicino, come Elisabetta Fezzi, giornalista e scrittrice, a lungo sua collaboratrice. Si parla quindi, tra le altre cose, del legame con don Giacomo Alberione, fondatore delle Edizioni Paoline, suo superiore ma, al contempo, amico; si ricorda il famoso pellegrinaggio mariano per l’Italia della Madonna, del quale fu tra gli organizzatori, e si fa cenno allo sguardo che Amorth diede al fenomeno Medjugorje, che descrisse tra i primi su Madre di Dio.
Il sacerdote riesce però a portare all’attenzione pubblica il tema degli esorcismi: scrive libri e articoli, parla in tv, interviene a conferenze, spiega come riconoscere i casi di possessione, mette in guardia anche da alcuni personaggi del rock veicolo di messaggi satanici
Ampio spazio nel libro è naturalmente occupato dalla “carriera” di padre Amorth come esorcista, emblema di una categoria che qualcuno reputa ancora oggi troppo esigua. Il prete modenese approda in questo mondo negli anni ’80, già sessantenne, e da quel momento comincia e mai smette una lotta lunga, snervante, sfiancante contro il “nemico dell’uomo”. “Don Amorth va in battaglia più volte al giorno – spiega Agasso – affrontando anche dieci-dodici esorcismi in ventiquattr’ore. Tutti i giorni, anche di domenica. Anche a Natale”. Ritmi altissimi, senza pause, che mettono a repentaglio la sua stessa salute , e non solo fisica.
Scrive l’autore Domenico Agasso: “Tanti gli debbono gratitudine e salvezza. Preti, vescovi e Papi non possono disperdere il suo esempio e la sua lezione, ma piuttosto farne tesoro”. Tanto più in questi tempi di secolarizzazione e perdita di senso del sacro, di isolamento e distanziamenti. “Passata la pandemia, il Demonio non passa”, si legge nelle ultime pagine del libro. “Ci vogliono sempre soldati di Dio pronti alla lotta. Gente coraggiosa e inesausta, perché la lotta continua, e continuerà finché non resterà un solo uomo sulla terra.