Storie
di Giuseppe Udinov
Arrestati 34 pusher con il reddito di cittadinanza
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Spacciatori ma con il reddito di cittadinanza. È quanto emerso dal blitz antidroga che ha portato all’arresto di 58 persone a seguito dell’operazione antidroga dei carabinieri della compagnia “San Lorenzo” nel quartiere Sperone di Palermo.
Invece di cercare lavoro, intere famiglie erano dedite allo spaccio e all’attività illecita dove risultato coinvolti anche minorenni. Come riportato da AdnKronos, il volume d’affari stimato dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri è superiore ad un milione e mezzo di euro. Le accuse variano dal traffico allo spaccio di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati figurano persone di età compresa tra i 22 e i 48 anni.
La droga veniva venduta ovunque: non c’era angolo di quartiere che ne era rimasto al di fuori: dai palazzoni ai vicoli fra le case ma anche all’interno delle abitazioni fin nelle camere da letto dei figli piccoli dove in molti casi gli stupefacenti venivano stoccati, lavorati e venduti. L’attività era all’ordine del giorno anche molto vicino la scuola del quartiere e, per acquistare gli stupefacenti, i tossici venivano apposta anche da altre province siciliane: come si legge sul Giornale di Sicilia veniva venduto di tutto, da dalla cocaina al crack, dall’hashish alla marijuana. Negli appartamenti, tra l’altro, c’erano i “summit” per decidere prezzi e strategie, dividere i guadagni o rifornire di droga coloro i quali la dovevano vendere nelle piazze.
Eccoci dinnanzi all’ennesimo fallimento del reddito di cittadinanza. Se è vero che è servito come salvagente per alcune famiglie in difficoltà durante la pandemia, la misura era stata ideata per far trovare lavoro ai disoccupati, non certo per bivaccare allegramente tutta la vita. Con il passare del tempo, infatti, si è dimostrata sempre di più una misura assistenzialista che trova la sua ennesima dimostrazione nella cronaca odierna.