Storie
di
Un cerotto anti Covid che potrà sostituire l’iniezione
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Si procede in direzione di un possibile vaccino che non dipenderà più da ago e siringa, bensì da un cerotto cutaneo “anti Covid”, anche se c’è da dire che l’effettiva funzione non è ancora dietro l’angolo, poiché è stato testato solo sui topi.
A renderlo di dominio pubblico è stato l’articolo pubblicato da Science Advances: “Protezione completa con un vaccino spike SARS-CoV-2 somministrato con cerotto cutaneo monodose”.
Tra i vari gruppi di ricerca che stanno studiando nuovi metodi di inoculazione del vaccino, ne spicca uno australiano che ha testato il cerotto con HexaPro, più resistente ed economico rispetto ai vaccini tradizionali:
«Il vaccino cerotto cutaneo viene somministrato con il clic di un minuscolo dispositivo rotondo sulla parte superiore del braccio. È più piccolo di un’unghia, in plastica solida, e misura solo 7 millimetri per 7. Su di esso, migliaia di microproiezioni rivestite di vaccino che vengono applicate sulla pelle per alcuni secondi per fornirlo alle cellule immunitarie sotto la superficie».
Innanzitutto, al contrario di un – pur minuscolo – ago, i cerotti non prelevano sangue né attivano le terminazioni nervose e il dolore. Ma soprattutto, avrebbe numerosi vantaggi logistici: velocizzerà il trasporto e la conservazione a basse temperature, soprattutto dove l’accesso all’elettricità è difficile. Inoltre, rispetto ad una classica somministrazione con ago, produce risposte immunitarie migliori e più veloci.
.