Chiesa

di Raffaele Dicembrino

Papa Francesco invita i francescani secolari a stare tra la gente

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

A pochi giorni dalla tappa ad Assisi per l’incontro con i poveri d’Europa, Papa Francesco riceve nel Palazzo Apostolico i francescani secolari, ramo della famiglia francescana che accoglie tra i suoi membri laici e laiche, anche sposati, che vogliono vivere il Vangelo alla maniera di San Francesco d’Assisi. Ecco le sue parole.

Cari fratelli e sorelle dell’Ordine Francescano Secolare, buongiorno!

Vi saluto con le parole che San Francesco rivolgeva a quelli che incontrava lungo la strada: “Il Signore vi dia pace!”. Sono lieto di accogliervi in occasione del vostro Capitolo Generale. In questo contesto vorrei ricordare alcuni elementi propri della vostra vocazione e missione.

La vostra vocazione nasce dalla chiamata universale alla santità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che «i laici partecipano al sacerdozio di Cristo: sempre più uniti a lui, dispiegano la grazia del Battesimo e della Confermazione in tutte le dimensioni della vita personale, familiare, sociale ed ecclesiale, e realizzano così la chiamata alla santità rivolta a tutti i battezzati» (n. 941).

Questa santità, a cui siete chiamati in quanto Francescani secolari, come vi chiedono le Costituzioni generali e la Regola approvata da San Paolo VI, comporta la conversione del cuore, attratto, conquistato e trasformato da Colui che è il solo Santo, che è «il bene, ogni bene, il sommo bene» (S. Francesco, Lodi di Dio Altissimo). Questo è ciò che fa di voi dei veri “penitenti”. San Francesco, nella sua Lettera a tutti i fedeli, presenta il “fare penitenza” come cammino di conversione, cammino di vita cristiana, impegno per fare la volontà e le opere del Padre celeste. Nel Testamento, poi, egli descrive il suo stesso processo di conversione con queste parole, che voi ben conoscete: «Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo» (1-3).

Il processo di conversione è così: Dio prende l’iniziativa: “Il Signore dette a me d’incominciare a fare penitenza”. Dio conduce il penitente in luoghi dove mai avrebbe voluto andare: “Dio mi condusse tra loro, i lebbrosi”. Il penitente risponde accettando di porsi al servizio degli altri e usando con loro misericordia. E il risultato è la felicità: “Ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo”. Proprio il percorso di conversione di Francesco.

Questo, cari fratelli e sorelle, è ciò che vi esorto a realizzare nella vostra vita e nella vostra missione. E, per favore, non confondiamo “fare penitenza” con le “opere di penitenza”. Queste – digiuno, elemosina, mortificazione – sono conseguenze della decisione di aprire il cuore a Dio. Aprire il cuore a Dio! Aprire il cuore a Cristo, vivendo in mezzo alla gente comune, nello stile di San Francesco. Come Francesco fu “specchio di Cristo”, così possiate anche voi diventare “specchi di Cristo”.

Voi siete uomini e donne impegnati a vivere nel mondo secondo il carisma francescano. Un carisma che consiste essenzialmente nell’osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. La vocazione del francescano secolare è vivere nel mondo il Vangelo nello stile del Poverello, sine glossa; assumere il Vangelo come “forma e regola” di vita. Vi esorto ad abbracciare il Vangelo come abbracciando Gesù. Che sia il Vangelo, ossia Gesù stesso, a plasmare la vostra vita. Così assumerete la povertà, la minorità, la semplicità come vostri segni distintivi davanti a tutti.

Con questa vostra identità francescana e secolare, siete parte della Chiesa in uscita. Vostro luogo preferito è stare in mezzo alla gente, e lì, in quanto laici – celibi o sposati –, sacerdoti e vescovi, ciascuno secondo la propria vocazione specifica, dare testimonianza di Gesù con una vita semplice, senza pretese, sempre contenti di seguire Cristo povero e crocifisso, come fece San Francesco e tanti uomini e donne del vostro Ordine. Incoraggio anche voi a uscire verso le periferie, le periferie esistenziali di oggi, e lì a far risuonare la parola del Vangelo. Non dimenticate i poveri, che sono la carne di Cristo: ad essi siete chiamati ad annunciare la Buona Notizia (cfr Lc 4,18), come fece tra gli altri Santa Elisabetta di Ungheria, vostra Patrona. E come ieri le “fraternità dei penitenti” si caratterizzarono fondando ospedali, dispensari, mense dei poveri e altre opere di concreta carità sociale, così oggi lo Spirito vi manda a esercitare la stessa carità con la creatività richiesta delle nuove forme di povertà.

La vostra secolarità sia piena di vicinanza, di compassione, di tenerezza. E possiate essere uomini e donne di speranza, impegnati a viverla e anche a “organizzarla”, traducendola nelle situazioni concrete di ogni giorno, nelle relazioni umane, nell’impegno sociale e politico; alimentando la speranza nel domani alleviando il dolore di oggi.

E tutto questo, cari fratelli e sorelle, siete chiamati a viverlo in fraternità, sentendovi parte della grande famiglia francescana. In tal senso vi ricordo il desiderio di Francesco che tutta la famiglia si mantenga unita, nel rispetto certamente della diversità e dell’autonomia delle varie componenti e anche di ogni membro. Ma sempre in una comunione vitale reciproca, per sognare insieme un mondo in cui tutti siano e si sentano fratelli, e faticando insieme per costruirlo (cfr Enc. Fratelli tutti, 8): uomini e donne che lottano per la giustizia, e che lavorano per un’ecologia integrale, collaborando a progetti missionari e facendovi artigiani di pace e testimoni delle Beatitudini.

Così abbiamo cominciato con la via della conversione, e poi tutte queste proposte di fecondità, che vengono dal cuore unito al Signore e amante della povertà. San Francesco e tutti i Santi e le Sante della famiglia francescana vi accompagnino nel vostro cammino. Il Signore vi benedica e la Madonna, “Vergine fatta Chiesa”, vi custodisca. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

16/11/2021
2709/2023
S. Vincenzo de' Paoli

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Chiesa

Papa Francesco ed il populismo

Non mi sento un uomo eccezionale sono un peccatore, un uomo che fa quello che può, “comune”. Sento che “non mi fanno giustizia con le aspettative”, “esagerano. “Non si dimentichi - precisa - che l’idealizzazione di una persona è una forma sottile di aggressione” e “quando mi idealizzano mi sento aggredito”.
Dal momento che sono stato eletto Papa non ho perso la pace. Capisco che a qualcuno non piaccia il mio modo di agire, ma lo giustifico, ci sono tanti modi di pensare, è legittimo ed è anche umano, è una ricchezza.

Leggi tutto

Società

Non è un paese per bambini. Né per madri.

Alle madri è chiaramente impedito portare la propria visione della vita nei luoghi pubblici: di fatto la figura della madre è resa invisibile da mode (quella ecologista che vede l’avere figli come una violenza contro il pianeta, ad esempio), opinioni sbagliate (se hai più di due figli sei una povera idiota costretta al focolare, sei una che non conosce l’azione degli anticoncezionali, sei un’egoista) e proposte economiche imbarazzanti (i figli che dopo i 14 anni non valgono nulla, per il Ministero della Famiglia del paese).

Leggi tutto

Società

IL PECCATO ORIGINALE DEI NUOVI DOGMI DELL’ECOLOGISMO CORRETTO

Dietro i pur nobili intenti di alcuni ragazzini in perenne protesta per la salvezza del pianeta vi è una chiara e ben oleata macchina neo maltusiana che vuole eliminare più vita umana possibile dalla faccia della terra. I fallaci dogmi dell’ecologismo attuale.

Leggi tutto

Chiesa

Papa Francesco e l’ncontro con le Clarisse al Protomonastero di Assisi

Il Papa incontrando le Clarisse ha sottolineato l’importanza di avere una mente in pace ed un cuore sereno.

Leggi tutto

Politica

Si avvicina la festa nazionale del PDF e de La Croce quotidiano

Intervista a Mirko De Carli nell’imminenza dell’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia e della festa nazionale de La Croce Quotidiano

Leggi tutto

Chiesa

Giuseppe il santo che aiuta a vedere la luce di Cristo nei poveri

Domani si chiude l’anno speciale dedicato a San Giuseppe aperto da Papa Francesco con la Patris Corde, la Lettera Apostolica che celebra i 150 anni della dichiarazione con la quale Pio IX ha riconosciuto il padre putativo di Gesù Patrono della Chiesa universale. Oggi il Papa ha ricordato San Giuseppe in un tweet

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano