Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Papa Francesco: “chi si consacra a Dio non teme”
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Essere come il levito: piccole nascoste, ma piene di fede. quanto è più grande la pasta da lievitare, tanto più ricco di qualità deve essere il fermento”. Essere consacrati in un Istituto secolare – ha detto – vuol dire vivere lo spirito dell’Incarnazione nel tempo e nel luogo in cui Dio ci ha posto. Non significa rifugiarsi in una terra di mezzo, ma condividere pienamente, come Gesù, la condizione della gente comune, la quotidianità del lavoro, della casa, delle relazioni di vicinato, e così via, tutto animato dalla luce della fede, dal calore della carità, dall’orizzonte della speranza”. è l’invito di Papa Francesco alle Cooperatrici Oblate Missionarie. dell’Immacolata.
“La profezia della consacrazione secolare è incompatibile con il timore di luoghi e situazioni a rischio. Al contrario, sono precisamente queste situazioni a essere propizie a tale consacrazione, là dove le persone soffrono esclusione, emarginazione, sono lese nella loro dignità” ha proseguito il Papa.
Esortava ad essere santi in nome di Dio, il fondatore Sant’Eugenio di Mazenod. Francesco suggerisce alle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata tre atteggiamenti per declinare questa chiamata. Primo: essere pronte, vivendo pienamente il presente, rifuggendo da applausi e successo, completamente donate a Dio e in relazione con Lui:
“La preghiera ossigena la vita: come non si può vivere senza respirare, così non si può essere cristiani e tanto meno consacrati senza pregare”
Secondo. Essere oblate vuol dire donarsi totalmente a Dio senza riserve come ha fatto Gesù “morendo in croce”, mostrandoci che “la vita è amore che chiede amore. Questa strada non è comoda, non è facile, chiede di pagare di persona. Ma è la strada della pace e della gioia”.
Come terzo atteggiamento infine il Papa suggerisce di avere la stessa fiducia in Dio che ha avuto Maria, imitandola nell’ascolto e nell’accoglienza della volontà di Dio, “perché la sua Parola prenda carne anche in noi”.