Storie

di Tommaso Ciccotti

A Lahore donna denunciata per blasfemia

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Un nuova accusa di blasfemia è stata lanciato contro una donna musulmana a Lahore per aver semplicemente chiesto di poter ricordare la morte di un vicino cristiano. All’alba del 18 novembre la donna aveva contattato l’imam della Jamma-e-Masjid Hashmat Ullah, per chiedere che dagli altoparlanti della moschea fosse annunciata questa morte in modo da permettere a quanti lo desiderassero di partecipare al funerale. L’imam si è rifiutato, sostenendo che non si poteva annunciare la morte di un cristiano in moschea. Da questa obiezione è nato un diverbio, al quale hanno preso parte anche il marito e tre dei figli della donna.

Dopo quanto accaduto Muhammad Mansha Malik, un membro del comitato della moschea, si è recato alla stazione di polizia di Burqi a Lahore e ha presentato una denuncia contro la donna e la sua famiglia. L’accusa è appunto quella di blasfemia per aver contestato l’autorità dell’imam e aver oltraggiato la moschea. A suo dire questi comportamenti avrebbero ferito i sentimenti dei residenti della zona.

Dopo l’incidente in moschea molti dei cristiani che abitano nel quartiere sono spaventati e alcuni hanno addirittura lasciato le proprie case in cerca di un luogo più sicuro.
Ilyas Samuel, attivista per i diritti umani e membro di Voice for Justice International, osserva che la denuncia è stata presentata contro musulmani, il che dimostra come le leggi antiblasfemia siano ampiamente usate per fini personali in Pakistan, non solo ai danni delle minoranze. “Il governo dovrebbe prendere seriamente in considerazione la questione dell’abuso di queste norme”.

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25/11/2021
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