Politica
di Roberto Signori
Biden non tutela i cristiani in Nigeria
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La fazione prima della verità! Il dipartimento di Stato americano ha aggiunto la Russia nella lista nera dei paesi che violano di più la libertà religiosa e ha espunto la Nigeria. Il paese africano, dove ogni anno muore il maggior numero di cristiani al mondo, era stato aggiunto agli Stati che destano maggiore preoccupazione (Cpc) l’anno scorso. Ma quest’anno è sparito anche dalla “Special Watch List”, che include quelli problematici. Incredibile ma vero!
La nuova classificazione, spiegata in un comunicato dal segretario di Stato Antony Blinken, fa a pugni anche con l’inserimento di Boko Haram e Iswap tra le entità che più contribuiscono alla persecuzione dei fedeli. I due gruppi terroristi islamici operano in Nigeria e sono responsabili di un enorme numero di attentati, rapimenti e omicidi a sfondo religioso.
La decisione è stata definita «sconcertante» e «inspiegabile» anche dalla Commissione Usa per la libertà religiosa internazionale (Uscirf): «L’Uscirf è contrariata soprattutto dalla rimozione della Nigeria dalla Cpc, dove era stata giustamente inserita l’anno scorso, e dalla mancata presenza nella lista di India, Siria e Vietnam. Il dipartimento di Stato deve riconsiderare le sue designazioni in base ai fatti elencati nel suo stesso rapporto».
Tra gli esempi di violenza ecco la storia di Rebecca, catturata in Nigeria vicino a Maiduguri. Per 28 giorni i combattenti che pensava avessero ucciso il marito la costrinsero a camminare incinta con i suoi due piccoli Jonathan e Zachariah di tre anni per mano, immersa fino al collo nel lago Ciad. Perse il bimbo che aveva in grembo, venne venduta e data in sposa a un combattente, per non farsi toccare «prendevo le feci dei miei figli e le strofinavo sul mio corpo». E così venne punita: picchiata, fustigata, i terroristi gettarono il suo Jonathan nel lago Ciad e lo lasciarono annegare, la buttarono in una fossa, la violentarono e misero incinta. Diede alla luce un altro piccolo e con lui e Zachariah riuscì a scappare, vagando nella boscaglia per tre settimane. «Alla fine, sono giunti a Diffa, in Niger. Le truppe dell’esercito li hanno portati a Maiduguri, dove la donna ha scoperto che suo marito era ancora vivo, ma che credendola morta si stava preparando a risposarsi. L’uomo ha annullato il matrimonio, ma era sconvolto per il bambino che Rebecca aveva avuto dal combattente di Boko Haram»