Società
di Roberto Signori
Il Belgio “suicida” i bambini
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Un rapporto pubblicato in Belgio con il titolo Archives of Disease in Childhood. Fetal and Neonatal Edition (Archivi delle Malattie nell’Infanzia – Edizione Fetale e Neonatale) registra che 24 bambini sono stati uccisi con l’eutanasia nel Paese. Il rapporto evita di usare il termine “eutanasia”, ma descrive l’applicazione intenzionale di un’iniezione letale a bambini con problemi medici con l’obiettivo di provocarne la morte. È quindi eutanasia, che si voglia o meno usare questa parola.
Il rapporto ha esaminato tutti i casi dei bambini, da neonati a un anno di età, morti nella regione amministrativa belga delle Fiandre tra il settembre 2016 e il dicembre 2017. I ricercatori hanno cercato di sapere quali fossero le cure finali dedicate a ogni bambini, e hanno constatato che purtroppo nel 10% dei casi i medici avevano “l’intenzione esplicita di abbreviare la vita” dei piccoli pazienti.
Allarmanti quanto le morti in sé dei 24 bambini sono le motivazioni addotte per “giustificare” i decessi. Una delle più citate, secondo lo studio, è stata la “valutazione medica” per cui “non c’era speranza di un futuro sopportabile” per le vittime, ovvero l’assassinio di 24 bambini è derivato da valutazioni soggettive basate sull’opinione personale di alcuni medici circa quella che è a loro avviso la “qualità di vita ideale”: se il paziente non si adattava ai criteri di “qualità di vita” secondo l’opinione soggettiva dei medici Tizio e Caio, allora era “meglio” uccidere il paziente.
Lo studio denuncia anche che la pratica dell’eutanasia infantile, anche se illegale, è comune. Michael Cook, del portale di studi e notizie sulla bioeticaBioEdge, ricorda che la legge belga permette l’eutanasia solo di minori coscienti e con capacità di discernimento, ma denuncia che nella pratica “l’eleggibilità all’eutanasia in Belgio è elastica”.
Nel 2014, il Paese è diventato il primo al mondo a legalizzare il cosiddetto “suicidio assistito” per i minori, misura enfaticamente criticata da milioni di individui e centinaia di organizzazioni volte a promuovere il benessere integrale dei giovani vulnerabili. La legge belga richiede che il minore venga considerato malato terminale e sia pienamente consapevole di cosa significhi la decisione del suicidio assistito.