Politica
di Roberto Signori
Parlamento: Qualcosa si muove contro il “turismo riproduttivo”
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In Parlamento qualcosa si muove per fermare la pratica dell’utero in affitto. Lo strumento scelto è un emendamento che punisca questa pratica nella legge di bilancio.
Il testo è composto da cinque punti. Nel primo punto, i firmatari propongono di includere nel codice penale le sanzioni e i divieti previsti dalla legge sulla fecondazione assistita. Così facendo, si renderebbero le condotte sanzionate dalla legge dei veri e propri reati penali. Inoltre, vi sarebbe un innalzamento delle pene per coloro che “realizzano, organizzano, o pubblicizzano la commercializzazione di embrioni o gameti o la surrogazione di maternità”. Anche nei paesi in cui queste pratiche sono legali. Per questi individui, in Italia vi sarebbe la reclusione da 3 a 6 anni, oltre a una multa che va dagli 800.000 euro al milione di euro.
Il terzo punto della proposta comporta il divieto per l’ufficiale di stato civile di trascrivere o iscrivere degli atti di nascita che riportano due persone del medesimo sesso o più di due persone, seppur di sesso diverso. Quindi, se l’emendamento fosse approvato, le anagrafi del comune non potrebbero più legittimare i figli di coppie omosessuali, le quali hanno optato per l’utero in affitto all’estero. Tale pratica però accade in vari comuni, in mancanza di una precisa normativa. Oltre a ciò, coloro che dichiarano la propria maternità o paternità su un minore dovrebbero dunque autocertificare il proprio legame biologico con il minore.