Chiesa

di Tommaso Ciccotti

La novena di Natale della CEI

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Propone un percorso insieme ai Magi per accostarsi al Natale l’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza episcopale italiana. Con il sussidio “Dov’è colui che è nato?” i vescovi invitano a compiere il cammino della novena che condurrà alla celebrazione della Natività come i Magi, lasciandosi “guidare dalla luce della stella verso Cristo, luce del mondo”. Riflessioni e preghiere dell’opuscolo aiutano a riconoscere nei pellegrini che “vennero da oriente verso Gerusalemme” quanti, “da ogni parte della terra, si muovono alla ricerca di Colui che viene a dare senso alla vita e alla storia”. “Lungo la strada, i Magi hanno interpretato i segni e interrogato la gente incontrata, da soli non ce l’avrebbero fatta - spiega il sussidio -. E quella domanda, ‘Dov’è colui che è nato?’, ha aiutato loro e ha svegliato dal torpore e dall’indifferenza la gente di Gerusalemme. La stella s’incarica non solo di tracciare la strada - si legge ancora nell’introduzione alla Novena di Natale -, ma nel suo ritrarsi e riapparire vuole indicare nei volti e nei cuori di tanti, nelle storie concrete di ciascuno, rilette alla luce delle Scritture, le tracce della presenza dell’Atteso delle genti”.

La Novena di Natale elaborata dall’Ufficio Liturgico della Cei vuole offrire l’esempio dei Magi per sollecitare tutti a vivere l’esistenza come sinodo, “a camminare insieme oltre le nostre cieche convinzioni, verso la Luce vera, che “indica una prospettiva diversa con la quale interrogare l’esistenza e abitare la storia”. In sintonia con l’avvio del Cammino sinodale delle Chiese e con la preparazione al Sinodo universale dei Vescovi, si vuole suggerire una “celebrazione della novena non solo come pio esercizio di devozione e tradizione, ma come occasione propizia di catechesi e formazione”. Il sussidio presenta i giorni della Novena di Natale come incontri di preghiera distinti dalla celebrazione eucaristica e strutturati in due momenti: la “guida della stella” che, alla luce della Parola, invita all’ascolto e alla lettura della storia, e “i doni offerti dai Magi”. Ogni dono ha un suo significato da rileggere nell’oggi: “la mirra, segno dell’umanità di Gesù, profezia della sua morte e sepoltura, ma anche delle sofferenze, delle prove, delle angosce che, ancora oggi, assalgono il mondo, attanagliano l’umanità e domandano ascolto e condivisione; l’oro, segno della regalità di Cristo, ma anche della responsabilità e dell’impegno a cui l’uomo è chiamato nella cura del creato e nel governo delle cose di questo mondo; l’incenso, simbolo della divinità del Figlio di Dio e insieme segno del profumo che deve spandersi con la vita dei battezzati nella quotidiana esperienza al servizio della comunità umana”.

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15/12/2021
3009/2023
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