Politica

di Mirko De Carli

DDL ZAN: I PRIMI A NON CREDERCI SONO LORO

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Ogni tre per due Enrico Letta rilancia la bandiera (ormai decisamente scolorita) del ddl zan: quando ci sono trame tra il centrodestra di governo e parti del fu centrosinistra il segretario dem agita lo spettro dell’omofobia per alzare la temperatura parlamentare e deviare dalle questioni che contano. Ci sono partite che scottano: elezione del nuovo Presidente della Repubblica, voto sulla manovra finanziaria e organizzazione degli accordi elettorali in vista delle elezioni politiche sempre più prossime. Il Partito Democratico, stante gli attuali numeri parlamentari, non ha alcuna golden share e ha un’unica strada: gonfiarsi il petto per apparire più “consistente” di quello che effettivamente è. Per questo “usare” strategicamente il mondo lgbt come scudo per nascondere le proprie debolezze appare, ad un ex democristiano come Letta, un diversivo valido e appetibile.

Il testo del ddl zan è stato bocciato in aula al Senato e quindi non ha più alcun ragion d’essere una sua riproposizione: un testo diverso richiederebbe tempo per essere presentato e l’opzione di rispolverare dalla naftalina il ddl Scalfarotto appare come una scelta decisamente in salita in quanto iniziativa dal sapore “renziano” che non alletta per niente i democratici (che hanno il dente avvelenato con il loro ex segretario). Per questo motivo dico: i primi a non crederci sono loro. Non hanno i numeri, non hanno un nuovo testo pronto da sottoporre alle critiche puntuali degli altri partiti della maggioranza parlamentare che sostiene Draghi e che ha bocciato il ddl Zan e non ci sono spazi per inserire questo dibattito nuovamente nel calendario dei lavori d’aula “ingolfati” da altre urgenze non rinviabili.

Le prospettive di arrivare ad una nuova legislatura senza più pericoli di un’accelerata improvvisa rispetto alla follia del reato di omofobia sono reali e concrete. Un dettaglio, fondamentale, va comunque sottolineato e non sminuito: qualsiasi accenno di trattativa che tentasse di intavolare il Partito Democratico su questo fronte il centrodestra, soprattutto quello governativo, lo respinga con forza. Quando si parla di questioni ideologiche che vogliono limitare la libertà di pensiero imponendo reati di opinione che odorano da leggi fasciatissime nessun accordo è praticabile. Il Popolo della Famiglia parla chiaro ribadendo che nessuna alleanza è possibile con coloro che cedono su questo fronte, per noi decisivo.

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21/12/2021
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