Chiesa
di Stefano Di Tomassi
NON SI MUORE SOTTO LO SGUARDO DELLA “MADONNETTA”
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Ostia - Si è conclusa con la vittoria del Castelporziano A.S.D. la kermesse sportiva in memoria del giovanissimo Riccardo tenutasi allo Stadio Lodovichetti dell’ A.S.D. Pescatori Ostia organizzata dalla coraggiosa Decimo Solidale; coraggiosa perché terrà vivo a lungo il ricordo di quel ragazzino morto di paura sul Territorio lidense, più precisamente nel quartiere di Acilia, sulla strada perimetrale al parco della Madonnetta dove sorgeva il centro sportivo, abbandonato ormai da anni, che un privato aveva eroicamente tirato su con passione e tanta fatica per accendere un faro di civiltà in una zona minacciata da degrado e criminalità.Riccardo è morto a Madonnetta; in qualche modo sotto ‘lo sguardo della madonna’ che di quella zona è il punto di riferimento spirituale, culturale, da davvero molti anni.E chi scrive vorrebbe ricordare anzitutto a mamma Daniela che non muore chi è sotto lo sguardo della madonna. Certo dobbiamo accettarlo; si muore fisicamente, come ciascuno di noi prima o poi. Ma dobbiamo ricordarlo: Riccardo è letteralmente morto per il terrore di essere inseguito da un senza fissa dimora che, insieme ad altri, aveva fatto di quelle baracche sporche, buie, abbandonate, il rifugio nascosto,- ma al centro della zona abitata - la sua tana.Però Riccardo è vivo nello Spirito, sicuramente sotto il manto della madonna. E’ vivo e la prova lo è il fatto che ci suscita nello Spirito la forza di diradare le Tenebre con quel fuoco che non brucia dell’Amore che fa nuove le cose.La prima coppa “Memorial a Riccardo Pica”, che è una delle ‘cose nuove’ ha l’intento di tirar fuori Riccardo dalle sabbie mobili di Ostia, da quelle paludi di omertà, di ostracismo, di rimpallo di responsabilità, di verità scomode nascoste o taciute, da quella cultura, anzi anti cultura, per la quale si parla, a buona ragione, di “nuova bonifica”.Si, perché, sia chiaro, se la prima bonifica del territorio ostiense fu di tipo materiale, occorre invece che la seconda sia di tipo spirituale e culturale.La nuova bonifica non la leggerete ahinoi a fianco dell’aggettivo Istituzionale; no, perché anche le istituzioni fanno parte dei terreni da bonificare. Infatti se Riccardo non ha giustizia, se quel parco è rimasto nell’incuria decennale dopo essere stato una luce nelle tenebre della società civile, significa che qualcosa non funziona nelle stanze dei bottoni.Non è compito nostro andare a stanare i mostri nelle loro caverne di prepotente accidia o di malaffare da colletti bianchi, ma è nostra morale volontà edificare su Ostia e il suo Territorio una Via Crucis di ‘bambini’ di indifesi, di innocenti, per non dimenticare e per bonificare. Capisaldi per cambiare questa cittadina senza arretrare e nello stesso tempo farci forza di quelle esperienze comuni che se prese insieme possono davvero prosciugare le acque malsane.E allora oltre a Riccardo, si aggiungono altri: a iniziare dal piccolo Simeone Nardacci che è stato ucciso e sepolto - si crede ancora vivo e dopo essere stato preso a badilate in testa - sotto la terra del bosco di pini a 100 metri dal commissariato di polizia e ad altrettanti dalla chiesa del quartiere e che da almeno 10 anni si fa di tutto per ricacciare sotto terra. Si aggiunge Cosè Garamond da quanto si sa addirittura finito in mezzo ad intrighi internazionali e lasciato sul selciato di una strada buia del quartiere lidense di Castel Fusano. E poi Mattia vittima a Infernetto della follia giovanile e del degrado della strada, o Daniel e David che hanno tragicamente incontrato il pazzo sfuggito dalla sua prigione di solitudine e privata carcerazione psichiatrica aldilà di ogni attenzione appunto istituzionale.Sembra proprio che nell’identità millenaria in Ostia la sua veste sia stata colorata dallo spruzzo del sangue più innocente quello dei più giovani colpiti, direttamente o indirettamente, dall’ingiustizia violenta di un potere quanto meno assente. E’ la storia della nostra Aurea, santa della chiesa universale e uccisa dal potere costituito dell’epoca romana e gettata per occultarla nel mare.Ma la storia ci racconta come il mare di Ostia restituì il suo corpo intatto e la comunità dei cristiani poté conservarne fino ad oggi la memoria e costituire la sua identità. La forza di questa identità sarà al servizio di Riccardo, come si Simeone, di Mattia, Daniele e David e tutti gli altri che verranno offesi dalla violenza e dai più forti e li dove ci sarà chi vuole gettare nell’oblio del tempo i misfatti commessi allora sappia che le ‘onde di Ostia’ saranno quella giustizia che gli uomini non sanno darsi.