Politica
di Giuseppe Bruno
Qualcosa di “diabolico” negli errori di chi ci governa
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Si diceva un tempo, quando ancora si poteva ragionare: “sbagliare è umano, perseverare nell’errore diabolico”. E anche, per restare in tema, che “il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”. In ogni caso il diavolo in questa storia sicuramente qualcosa c’entra. A che mi riferisco, penso sia evidente: all’agire del nostro governo. Che il vaccino sia stata l’unica arma usata con decisione e direi quasi cieca fede nell’affrontare la Pandemia è più che evidente. Draghi ne ha fatto il fulcro del suo Programma politico emergenziale, puntando tutto, ma proprio tutto, su questo cavallo che si dimostra sempre più azzoppato. Questa fede cieca in questa scommessa ha fatto si che l’errore dei precedenti governi nell’affrontare la pandemia non solo si sia perpetrato, ma addirittura accresciuto. Avere un piano B in un economista di rango come lui avrebbe dovuto essere la cosa ovvia. Ma farsi trascinare dalla tendenza “universale” era una tentazione troppo forte o addirittura “obbligata” per un esponente dell’establishment mondiale quale lui è.
Come, pur volendo, prendere le distanze dal “Prometeismo global chic” imperante che lo ha espresso? Tanto più che la strada più prudente e razionale (il piano B) richiedeva tempi, organizzazione, serietà e soprattutto spese che forse la stessa Europa finanziatrice (PNRR) non avrebbe visto di buon occhio. A che mi riferisco? A qualcosa già detto all’inizio della Pandemia, circa due anni fa: investire il più possibile sul settore sanitario : moltiplicare posti letto, creare reparti covid, decuplicare, almeno, le terapie intensive, assumere con concorsi straordinari tutto il personale necessario relativamente ai posti creati e potenziare la medicina territoriale e di base propagando il più possibile, con l’aiuto dei medici di base, le cure domiciliari. Una cosa così evidente che se attivata a partire da due anni fa ci consentirebbe oggi di convivere con omicron - che è molto contagiosa, ma molto meno letale - e qualsiasi altra variante come con una particolare epidemia influenzale, non è stata fatta e non se ne parla nemmeno. Non c’è nessun “mea culpa” e nessuna iniziativa politica che vada seriamente in questa direzione. Sembra – ma sembra soltanto - non ci sia coscienza dell’errore e ciò è già diabolico perché ci fa perseverare in esso; ma, di più, c’è l’impressione che il governo perseverando nell’errore e nel dare la colpa della situazione ancora critica soprattutto ai “no vax” stia cercando di costruire quel coperchio che il diavolo non fa quando fa le pentole, cioè le sue malefatte. E intanto l’arma del vaccino sembra sempre più spuntata e gli ospedali rischiano addirittura il “codice nero” nelle terapie intensive. Prima i mesi di immunità garantiti dal vaccino erano nove, oggi sono scesi quasi a quattro e forse la quarta dose non sarà sufficiente, ci vorrà la quinta o la sesta, ecc. Ma, soprattutto, il vaccino, quante dosi tu abbia fatto, sembra proprio non sia capace di fermare il contagio. Si, meno complicanze, meno letalità, ma i reparti sono strapieni e i malati seri di altro genere devono rinviare le cure rischiando, come minimo, di accorciare la propria vita. Però ci si ostina a voler convivere col virus e le sue varianti e, affidandosi ancora all’ottimismo scientifico, si ipotizza, con quali dati scientifici certi alla mano non si sa, che sarà il virus stesso a divenire più buono, tollerante, comprensivo, quasi un agnellino. Allora, ma forse anche per non contrariare troppo i ligi cittadini puntualmente vaccinatisi, si fa finta di niente o quasi. Le scuole devono stare aperte, cioè in presenza, con dei distinguo da rompicapo sulle eventuali scelte di didattica a distanza - la quale sembra da combattere più del virus stesso - e col green pass rinforzato, che poi è quello che tutti i cittadini ligi hanno, si dovrebbe poter fare quasi tutto, tranne i viaggi che si è fatto di tutto per scoraggiare con enorme danno al settore turistico. Intanto, però, ci si allarma per forza di cose, perché l’unico indice intelligente pensato in due anni per far scattare l’emergenza - l’occupazione dei posti letto e delle terapie intensive - inesorabilmente aumenta e ci richiama alla triste realtà, azionando la temuta spada di Damocle dei lokdown. Una domanda viene a questo punto più che lecita: fino a quando staremo con la testa nella sabbia per non vedere la realtà? Ancora senti qualcuno che dice: “si tanti sacrifici e apparenti assurdità, ma ce lo chiede la Scienza”. Si proprio così: l’italiano medio nutrito di tv non riesce a pensarla diversamente. A ognuno il suo mestiere - giustamente lui pensa - io faccio il mio, lo scienziato il suo, il politico il suo, il giornalista il suo. Ma siamo sicuri che ognuno il suo mestiere lo sappia davvero fare e soprattutto che lo faccia o possa fare con l’onestà dovuta?