Chiesa
Sacerdoti oggi
Vi sembrerà impossibile, lo so. Anche a me oggi, a 45 anni, fa ancora lo stesso effetto. A volte mi sveglio di notte da incubi spaventosi e mi domando: ma è stato tutto vero o me lo sono inventato io? Durante l’esperienza del liceo e poi dell’università ci ho provato a staccarmi. Per fortuna allora non esistevano i cellulari. Ma vi posso assicurare che la sua presenza era totalizzante anche a distanza. Non esagero se vi dico che ci sono state settimane e mesi nelle quali mi arrivano non meno di trenta telefonate al giorno tutte sue. Ero suo e non era immaginabile che io prendessi il volo per sempre. Mi controllava. Durante la fase della tesi di laurea ho iniziato a soffrire di attacchi di panico. Quest’anno festeggio i 22 anni di convivenza con questa brutta bestia che ti schianta il cuore e il fisico. La vita è sempre stata una vista passata a scappare. A fare non-scelte. Compresa quella di entrare in seminario dopo la laurea in filosofia. E ne ero convinto in un certo senso, ero convinto di avere la vocazione. In realtà non era così: scappavo ancora una volta dal mostro. A venticinque anni che cosa potevo fare nella vita? Non ero capace di fare niente. E allora perché non entrare in seminario? Il prete sapevo farlo, figuriamoci, con tutta l’esperienza di anni e anni passata a fare ogni cosa in parrocchia ed in oratorio! E poi, forse, se fossi diventato prete avrei finalmente avuto la scusa giusta per allontanarmi dal mostro. Il Vescovo mi avrebbe spedito a chilometri di distanza dal prete-mostro e allora la mia prigione sarebbe finita. In seminario ci sono restato 9 mesi. Il periodo più importante e decisivo per la mia vita. Decisivo per affrontare di petto per la prima volta chi ero davvero e che cosa volevo davvero diventare.
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