Politica
di Mario Adinolfi
Perché BASTA APARTHEID
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Sugli autobus e sui treni italiani possono salire i cani e le scimmie, ma non milioni di cittadini con il green pass scaduto o privi di vaccinazione. È un provvedimento sconosciuto agli ordinamenti giuridici mondiali, ognuno dei quali ha dovuto affrontare la medesima emergenza pandemica. Impedire l’accesso al trasporto pubblico a una vasta categoria di persone individuate per precise caratteristiche ha tristi precedenti solo nelle politiche segregazioniste. In particolare tali restrizioni sono state in vigore dal 1948 al 1991 in Sudafrica, in una politica denominata “apartheid”: si riteneva pericoloso che determinate persone appartenenti a una categoria precisa potessero mescolarsi con altre persone di altre precise categorie. In nome di quel pericolo si provvedeva a tenerle separate. L’Italia del 2022, forse per ricordare “degnamente” il centenario dal 1922, ha riportato in auge la politica di separazione razziale causata da pericolo denominata “apartheid”. Sabato 5 marzo alle ore 15 il Popolo della Famiglia chiama in piazza tutti i cittadini che vogliono gridare al governo Draghi il loro: basta apartheid.
Nelle politiche adottate in Sudafrica fino al 1991 ad alcune categorie di persone ritenute pericolose era impedito l’accesso al lavoro. In Italia milioni di persone prive del super green pass non possono recarsi al lavoro, sono private dello stipendio, multate se hanno oltre i 50 anni e non si sono piegate al diktat dello Stato. In nessun altro Paese del mondo è stato tolto il salario ai lavoratori non greenpassati, questo provvedimento è stato riservato solo dal governo Draghi ai cittadini italiani e in pochissimi hanno alzato la voce. Fino al 5 marzo quando udranno la nostra voce.
Nelle politiche dell’apartheid era previsto che i figli di determinate categorie considerate pericolose non potessero mescolarsi con i figli dei dominatori, né a scuola né nelle attività sportive o ludiche. Nell’Italia del 2022 i bambini non vaccinati non possono andare a scuola con gli altri o frequentare la squadretta di calcio, di basket, di volley. In tutti gli Stati totalitari come sotto l’apartheid i cittadini non possono liberamente viaggiare all’estero. Nell’Italia del 2022 se non sei supergreenpassato non puoi andare in Questura a chiedere il rinnovo del passaporto. E se sei anziano non puoi andare in Posta a ritirare la pensione. Tutti provvedimenti che solo il governo italiano ha riservato ai suoi cittadini dicendo che è per l’emergenza pandemica, emergenza pandemica che riguarda tutto il mondo dove però si va in direzione totalmente opposta. Per questo sabato 5 marzo saremo in piazza per dire che adesso basta apartheid.
Anne Wintour, storico direttore di Vogue, si chiede “perché gli italiani non si ribellano”. Amnesty International, che deve la sua notorietà mondiale alla battaglia contro l’apartheid, chiede “che siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”. Discriminazioni attualmente platealmente in atto e che qualcuno al governo vorrebbe prorogare anche oltre la soglia del 31 marzo 2022.
Per dare una spallata a costoro, sabato 5 marzo 2022 ti aspettiamo in piazzale Ugo La Malfa dalle ore 15 con tutta la tua famiglia, bambini inclusi, per una manifestazione assolutamente pacifica che indicherà al governo Draghi una linea alternativa da seguire: basta apartheid, no a politiche antipopolari come prezzo per i soldi prestati da Bruxelles con il Pnrr, restituiamo dignità a un popolo mite vergognosamente ricattato in questi due anni e rimuoviamo ogni discriminatoria limitazione che solo agli italiani è stata riservata non si capisce perché. O forse si capisce fin troppo bene e quindi è davvero tempo di dire basta.