Politica
di Giuseppe Bruno
Buoni e cattivi
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Chi è o è stato insegnante può capire, anche se gli viene difficile giustificarlo, il comportamento del nostro governo su “green pass rafforzato obbligatorio” dal 15 febbraio per gli over 50, anche - e qui sta il “vulnus” più grave alle libertà costituzionali - per quelli che vorrebbero solo poter continuare a lavorare. Infatti ogni insegnante sa bene che, se ha minacciato di punire chi non avrebbe svolto un compito assegnato con un bel “due”, non può rimangiarsi la minaccia; pena non essere più preso sul serio dalla classe, cosa, si sa, dalle conseguenze perniciose. Così, dando sempre più l’impressione di arrampicarsi agli specchi, con l’aiuto di giornalisti o “esperti” che pensano con la loro sicumera di intontire gli italiani, il nostro governo, batte, di fatto, anche lui sul tasto della “punizione” senza riuscire a farci capire, però, quale sia la motivazione così grave da far punire in modo così altrettanto grave chi si ostina a non farsi vaccinare. Il contagio, infatti, l’hanno detto gli stessi virologi, ma era un fatto che si sapeva già da tempo, i vaccinati lo subiscono e lo trasmettono lo stesso. Si, si obietta, ma in misura minore rispetto ai non vaccinati e anche la gravità e la mortalità della patologia per i vaccinati è inferiore rispetto ai non vaccinati. Se così fosse, e probabilmente lo è, basterebbe che i dati fossero chiari e inconfutabili per convincere i dubbiosi senza arrivare ad una così grave punizione, ma i dubbi, invece restano e l’insistenza solo polemica e aggressiva e ora addirittura punitiva senza dati incontrovertibili a sostegno, anziché far recedere i “no vax” sembra rinforzarli, almeno nel loro “zoccolo duro”. Qualcuno arriva addirittura a ipotizzare che orami tra vaccinati e guariti la percentuale di chi si ammala seriamente o muore ancora per covid è talmente bassa da essere forse quasi uguale a quella di coloro che hanno subito effetti avversi più o meno gravi per il vaccino. Allora se le cose stanno così questo provvedimento così grave, non preso da nessun altro Paese democratico, di privare addirittura del sostentamento vitale (il lavoro e pare anche la cura della salute e l’assistenza sociale) chi non si è sottoposto al vaccino sembra a chiunque ragioni serenamente del tutto esagerato e fuori luogo. Specie ora che tutti gli stati stanno allentando la morsa delle restrizioni perché il virus sembra recedere più o meno dappertutto. Ma come capita all’insegnante che, avendo dato eccessiva importanza ad un compito che si è poi rilevato del tutto di routine comunque non tale da giustificare ritorsioni eccessive per chi non l’avesse svolto, non se la sente di tradire le aspettative della classe sia nel positivo che nel negativo, così il governo teme che il popolo italiano “ubbidente”, la stragrande maggioranza, si sentirebbe solo un popolo di “presi in giro” ad essersi sottoposti al vaccino quindi ad essersi esposti a rischi pur remoti, senza essere davvero sicuro dei vantaggi acquisiti, mentre gli altri, i pochi “disubbidienti”, sarebbero percepiti e forse si percepirebbero essi stessi come i “furbi”. I nostri governanti conoscono bene la “pancia” del loro elettorato e quindi devono far vedere che gli ubbidienti (i buoni) hanno fatto bene ad ubbidire e, vanno premiati, i disubbidienti (i cattivi) hanno fatto male a disubbidire e vanno puniti. Ma ovviamente non è solo questo, i vaccinati devono essere convinti che il vaccino abbia protetto loro e gli altri di più, molto, almeno abbastanza di più rispetto ai non vaccinati. Anche qui i proclami e gli anatemi senza il corollario di dati incontrovertibili lascia dubbi e perplessità in chi ragiona e fanatismo in chi vuole solo sicurezze. Per qualcuno ci vuole fede, fede in chi guida la carovana. Per altri questa fede è mal riposta. Questo clima di incertezze contrapposte senza il suffragio di dati inconfutabili da un lato e dall’altro genera una guerra senza quartiere tipica del fanatismo dove sedicenti verità si contrappongono senza possibilità né di verifiche vere né di confronto, e, alla fine, con aggressioni fra le parti contrapposte per ora verbali, ma se andiamo di questo passo, sempre più anche fisiche. Difficile situazione per il governo che come un insegnante che ha perso il controllo della classe, almeno per il momento, sembra promettere premi e comminare punizioni senza più neanche sapere bene perché. Sarebbe più facile e soprattutto onesto, ammettere: “scusateci, ragazzi, abbiamo commesso degli errori: la situazione del tutto nuova ci ha intontiti, ci ripromettiamo di studiare meglio la cosa, darvene ragione e di prendere provvedimenti più consoni alla situazione. Intanto diamoci tutti una calmata perché questo clima così non giova a nessuno. Se qualcuno ha sbagliato in mala fede ne pagherà le giuste conseguenze, però ora basta, ricominciamo”. Speriamo di sentire presto qualcosa del genere, speriamo ci sia, tra quelli che ci governano, perché no, qualche bravo “insegnante”.