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di Roberto Signori

Inps risparmia più di un miliardo grazie alla pandemia

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​I dati lo confermano e sono una sentenza: in questi due anni di pandemia da Covid-19, il numero di morti in fascia di età alta ha ovviamente delle conseguenze anche sui conti dell’Inps, che in seguito ai numerosi decessi si è trovata ad erogare un numero minore di assegni pensionistici già dalla cosiddetta prima ondata, che aveva mietuto vittime soprattutto tra i più anziani. L’Istituto di previdenza ha stimato in 1,1 miliardi di euro gli assegni previdenziali che non sono stati erogati nel 2020.

Al 1 gennaio 2021 risultavano infatti in pagamento presso l’Inps 423.009 prestazioni previdenziali con durata quarantennale, erogate cioè a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima; l’anno precedente erano 502.327. Il decremento è del 16%, pari a 79.318 prestazioni eliminate, molte delle quali a causa del nuovo coronavirus, i cui esiti si sono manifestati più severamente nei confronti degli over 65. Lo sottolinea il Nono Rapporto sul Bilancio del sistema previdenziale italiano di Itinerari Previdenziali.

Come evidenzia il Rapporto, il 96,3% dell’eccesso di mortalità registrato nel 2020 ha riguardato persone con età uguale o superiore a 65 anni, per la quasi totalità pensionate e che percepivano in media circa 1,17 pensioni Ivs (invalidità, vecchiaia, superstite – non disponibili i dati sulle prestazioni assistenziali eliminate).

Considerando per compensazione l’erogazione delle nuove reversibilità, la pubblicazione quantifica dunque in 1,11 miliardi di euro il risparmio, tristemente prodotto nel 2020 da Sars-CoV-2 a favore delle casse Inps, e in circa 11,9 miliardi la minor spesa nel decennio (2020-2029).
Anche per effetto della fine di Quota 100, combinata con la cancellazione di prestazioni a lunga decorrenza, a partire dal 2022 i minori pensionamenti, “dovrebbero consentire di ammortizzare le perdite prodotte da Covid-19 nel corso dei prossimi 2 o 3 anni, con una risalita del rapporto attivi/pensionati intorno al valore di 1,49 già nel 2024″, un valore vicino alla quota record di 1,4578 toccata nel 2019.

Dai calcoli emersi dal dossier, il rapporto spesa pensionistica/PIL dovrebbe ridursi dal 14,27% del 2020 al 13,19% del 2021, migliorando fino al 12,32% (valore in linea alla media Eurostat) nel 2024.

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18/02/2022
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