Politica
di Giuseppe Udinov
La lista nera della Russia
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Una black list stilata da Mosca in cui compare anche l’Italia, insieme agli altri 27 Stati membri dell’Unione europea. Il governo di Mosca ha reso nota la lista “speciale” di nazioni e territori stranieri “che commettono azioni ostili contro la Russia, le sue compagnie e i cittadini”. Nell’elenco, pubblicato sul sito dell’agenzia russa Tass, sono finiti in pratica tutti i Paesi che hanno approvato o in qualche modo sostenuto le sanzioni contro la Russia.
Dunque non compaiono soltanto i membri Ue, ma anche Regno Unito e Stati Uniti, oltre chiaramente all’Ucraina. Vi sono però anche piccole nazioni come Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, San Marino e finanche la Micronesia. Emerge poi la presenza del Paese neutrale per antonomasia e che stavolta, in modo del tutto inconsueto, ha rinunciato alla sua storica neutralità accodandosi alle sanzioni internazionali inflitte a Mosca: la Svizzera.
La lista nera stilata dalla Russia non è però una mera iniziativa “simbolica” in ambito strettamente politico, perché a ben vedere implica tutta una serie di conseguenze economiche rilevanti. Nel documento del Cremlino si evidenzia infatti che le controparti russe, pubbliche (regioni, comuni e lo stesso Stato russo) e private “che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri presenti nell’elenco dei Paesi ostili potranno pagarli in rubli”. Specifica: “La nuova procedura temporanea si applica ai pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese (o un importo simile in valuta estera)”,