Società
di Nathan Algren
Erbil: Maria, 20 anni, uccisa dai parenti per la conversione al cristianesimo
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Dal Kurdistan iracheno arriva la notizia dell’omicidio di una giovane di circa 20 anni per mano di un familiare. La sua unica “colpa”?? Aver scelto - lei, proveniente da una famiglia musulmana - di convertirsi al cristianesimo e farsi chiamare con nuovo nome: Maria. A conferma che il cammino di tolleranza e convivenza nel Paese, seppur bene avviato grazie anche alla visita lo scorso anno di papa Francesco e all’opera del patriarca di Baghdad il cardinale Louis Raphael Sako, sono ancora oggi un traguardo da raggiungere. E neppure il nord, la regione curda relativamente più tranquilla e capace in passato di ospitare decine di migliaia di cristiani e yazidi (oltre ai musulmani) in fuga dallo Stato islamico, è aliena da sacche di violenze di matrice confessionale.
La vittima - massacrata a colpi di coltello - si chiamava Eman Sami Maghdid, sebbene da tempo usasse il nome cristiano di “Maria” anche sui social, dove era molto popolare e seguita.
Il delitto è avvenuto nei pressi dell’aeroporto internazionale di Erbil, non distante da Ankawa, distretto a prevalenza cristiana di Erbil. Ad ucciderla sarebbe stato lo zio, con la complicità del fratello. In un primo momento era emersa la notizia dell’arresto di entrambi i presunti assassini, poi le Forze dell’ordine hanno parlato di un solo fermo (lo zio). La ragazza era famosa per la sua lotta per i diritti delle donne, attivismo che - assieme alla conversione al cristianesimo - avrebbe sancito la “condanna” dei familiari i quali parlano invece di “controversie” e “dissidi” interni.
I familiari “dicono che il cristianesimo non è la ragione” alla base dell’omicidio, legato invece “al fatto di voler vivere da sola, aver lasciato dopo quattro anni un marito che era stata costretta a sposare all’età di 12 anni, voler essere libera”. Poi “non voleva mettere il velo, non voleva più seguire le tradizioni islamiche” e questo avrebbe armato la mano dei parenti, fino ad ucciderla. “Anche il padre - prosegue la fonte - dicono sia un venditore di frutta e verdura, quando in realtà ha un ruolo di imam ed è una personalità religiosa ben conosciuta all’interno della comunità islamica”.
“Hanno trovato il corpo - prosegue - legato da un nastro, gettato ai bordi della strada, con numerosi colpi di coltello”. Maria era una persona aperta, viveva con una amica ed era parte di una commissione che lottava per i diritti delle donne arabe e irachene.