Storie

di Roberto Signori

UCRAINA - “Abbiamo bisogno soprattutto di pace oltre che di cibo”

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“Qui la vita scorre senza panico, le fabbriche lavorano, il bombardamento dell’aeroporto non ha causato vittime, hanno colpito un vecchio magazzino in disuso, e nessuno sa il perché. Ormai ci siamo abituati a correre sottoterra nei rifugi”. Sono questi alcuni degli aggiornamenti riportati da padre Mikola Orach, OFM conv., a Leopoli.

“Da noi passano i profughi che poi vanno in stazione, in genere rimangono una o due notti – prosegue il sacerdote che è parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova nella città ucraina -. Abbiamo una realtà di accoglienza per i profughi che rimangono in città, tra queste un convento francescano fuori Leopoli dove, in una grande casa, ospitiamo 80 profughi, di cui la metà sono bambini. Lì abbiamo organizzato una scuola online e i nostri frati, a quelli che lo vogliono, danno anche sostegno spirituale e fanno catechesi. Stiamo ricevendo tanto aiuto da Romania, Polonia e Ungheria. Ci portano vestiti, coperte, cibo. Con gli aiuti che riceviamo aiutiamo anche altre zone di guerra.”
Nella sua testimonianza padre Mikola tuttavia ha esaltato a gran voce il valore della pace: “noi però qui non abbiamo solo bisogno di cibo, ma abbiamo bisogno di pace! In città, qui a Leopoli, non sentiamo tanto la fame, ci manca la pace, la nostra vita è tanto cambiata e non abbiamo più la tranquillità. Tante persone non riescono più a dormire per gli allarmi aerei. Non c’è mai un momenti di serenità. La guerra non è romantica…”
Padre Mikola è un osservatore privilegiato del conflitto. Vive a Leopoli, città di snodo per profughi che scappano e per arrivo di volontari e armi. Nella sua testimonianza offerta a Fides il frate vuole promuovere il valore della pace e l’assoluta mancanza di romanticismo della guerra, in linea con Papa Francesco e come risposta a chi parla di guerra metafisica.

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22/03/2022
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