Società

di Roberto Signori

PAKISTAN - La gente chiede al governo di proteggere le minoranze religiose

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

“È incoraggiante che l’uccisione di Pooja Kumari, una ragazza indù che ha resistito al rapimento, alla conversione forzata e al matrimonio forzato, sia stata ampiamente condannata dalla società civile e dagli individui sui social e sui media mainstream. Le organizzazioni che tutelano i diritti hanno chiesto alle autorità di garantire un’indagine imparziale su questo incidente e un giusto processo legale”: lo afferma un comunicato stampa rilasciato da Wajahat Masood e Peter Jacob, rispettivamente presidente e direttore esecutivo del Center for Social Justice (CSJ), rimarcando, d’altro canto, “la mancanza del governo nell’affrontare la violenza di genere e la violenza legata alla religione nel paese”.

“E’ urgente che il governo adotti politiche specifiche e un piano d’azione nazionale per affrontare l’estremismo, la violenza e la persecuzione delle minoranze” nota il CSJ. La nota inviata afferma: “Le conversioni forzate violano la libertà religiosa dei cittadini e minano il pluralismo religioso del Pakistan; pertanto il governo dovrebbe affrontare e combattere l’impunità associata a questo fenomeno. Le conversioni forzate di ragazze minorenni, in special modo cristiane e indù, e la violenza di genere sono una pratica antica e persistente in Pakistan”.

Nell’ultimo rapporto preparato da CSJ sulle conversioni forzate in Pakistan, inviato a Fides, si nota che nel 2021 sono stati segnalati almeno 78 casi di conversioni forzate o involontarie che hanno coinvolto 39 ragazze o donne indù, 38 cristiane e una sikh, tra cui; 40 casi nella provincia del Sindh, 36 nel Punjab e un caso ciascuno nelle province di Khyber Pakhtunkhwa e Belucistan.

I leader del CSJ osservano: “Gli incidenti sono aumentati dell’80% rispetto al 2020. In particolare, il 33% delle vittime aveva meno di 14 anni e il 76% delle vittime erano minorenni (sotto i 18 anni). Inoltre non è stata menzionata l’età nel 18% dei casi, quindi vi è motivo di ritenere che il 94% delle vittime fossero minorenni. Il cambiamento di fede da parte delle ragazze minorenni la dice lunga sulla vulnerabilità delle persone convertite, e sulla motivazione che spinge i colpevoli. La libertà religiosa di tutti i cittadini è tutelata dall’articolo 20 della Costituzione del Pakistan che concede la libertà di professare la religione: pertanto è illegale e immorale costringere ragazze a cambiare la propria fede ricorrendo a minacce, coercizioni o manipolazioni”. E aggiungono: “Ragazze e donne delle minoranze religiose sono prese di mira a causa delle vulnerabilità sociali e materiali, quindi non possono avvalersi dell’accesso alla giustizia, che gli autori usano per manipolare il sistema giudiziario e farla franca”.

Il CSJ chiede al governo di attuare la dichiarazione dell’Alta Corte di Islamabad, che ha dichiarato i matrimoni di età inferiore ai 18 anni come illegali, anche se formalmente “di propria spontanea volontà”. Inoltre, la sentenza della Corte Federale della Sharia statuisce che fissare un’età minima legale per il matrimonio è atto lecito e non è un atto “anti-islamico”. Pertanto - si afferma - i legislatori non dovrebbero esitare ad apportare una modifica alle leggi esistenti per prevenire i matrimoni precoci insieme a misure amministrative e procedurali per un’efficace attuazione sulla protezione dei cittadini vulnerabili, nota il CSJ.

La mancata applicazione delle leggi nazionali esistenti e degli articoli del Codice penale del Pakistan (PPC) è un serio ostacolo nella prevenzione di tale pratica: “Il governo deve introdurre misure legali e amministrative efficaci per proteggere le minoranze dai crimini che coinvolgono conversioni forzate, matrimoni forzati con bambine e violenze sessuali in Pakistan”, conclude la dichiarazione.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

30/03/2022
0312/2023
San Francesco Saverio

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Società

Una capitale uccisa

Tra gli ultimi arrestati per spaccio di droga e usura a Roma c’era anche una dipendente del Comune. Immagine tragica di una città non più decadente ma decaduta, a partire dalle sue istituzioni. E la Raggi pensa a togliere i manifesti di ProVita contro l’utero in affitto…

Leggi tutto

Società

Non è un paese per bambini. Né per madri.

Alle madri è chiaramente impedito portare la propria visione della vita nei luoghi pubblici: di fatto la figura della madre è resa invisibile da mode (quella ecologista che vede l’avere figli come una violenza contro il pianeta, ad esempio), opinioni sbagliate (se hai più di due figli sei una povera idiota costretta al focolare, sei una che non conosce l’azione degli anticoncezionali, sei un’egoista) e proposte economiche imbarazzanti (i figli che dopo i 14 anni non valgono nulla, per il Ministero della Famiglia del paese).

Leggi tutto

Chiesa

Papa Francesco apre l’incontro dei rappresentanti delle fedi mondiali

Il Papa apre in Vaticano l’incontro dei rappresentanti delle fedi mondiali e rilancia l’appello per un Patto Educativo Globale: “Non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita”.

Leggi tutto

Politica

Reddito di cittadinanza: ecco la riforma

Il reddito di cittadinanza cambia con la manovra del governo, ma l’impianto di base resta lo stesso. L’Inps dovrà verificare preventivamente i dati anagrafici e di residenza, insieme a quelli del casellario giudiziario, mentre fino ad ora il controllo avveniva a posteriori.

Leggi tutto

Società

Piemonte: è allarme nascite

Solo 27 mila neonati nel 2020, mai così pochi. Negli anni Sessanta superarono la soglia dei 60 mila

Leggi tutto

Politica

La premessa falsa

Allora resta solo una domanda, presidente Draghi: perché solo in Italia, il paese con il tasso più alto di vaccinati al mondo, dovuto alla docilità popolare di cui sopra? Avete ricattato, hanno ceduto pressoché tutti al ricatto. Perché non vi è bastato? Perché perseguitare un manipolo di resistenti geloso dei propri diritti ma per niente pericoloso, disorganizzato, talvolta maldestramente vociante? Perché, presidente Draghi, perché continuare a decretare limitazioni furibonde dei diritti basate su una premessa che lei sa bene essere falsa? Perché dividere, infiammare, ferite così un Paese? Non attendo risposte, conosco il potere, non ne offre. Spero però che qualcuno prima o poi trovi il coraggio di rivolgerle queste domande guardandola negli occhi perché so, Dio se lo so, che non potrà far altro che abbassare lo sguardo.

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano