Politica
di Nathan Algren
Lobby Lgbtqia+ è delusa in sede ONU
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I 54 Stati membri della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne si sono rifiutati di piegarsi alle pressioni degli Stati Uniti e dell’UE su certe questioni LGBTQIA+.
L’ accordo preso, sulla falsariga degli anni passati, accontenta solo marginalmente le lobby suddette e la frase “orientamento sessuale e identità di genere” non appare in nessuna parte del documento finale.
I delegati degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e dei paesi dell’America Latina hanno cercato di parlare di “forme multiple e intersecanti di discriminazione” e “donne in situazioni e condizioni diverse”. Ma alla fine questo linguaggio “progressista” non è passato grazie soprattutto ai delegati della Federazione Russa e di diversi paesi a maggioranza musulmani, compresi i delegati dell’Arabia Saudita, Yemen, Indonesia, Malesia, Etiopia, Iraq ed Egitto.
Invece solo i delegati del Guatemala, del Nicaragua, del Brasile, dell’Arabia Saudita, dell’Etiopia e della Santa Sede hanno espresso riserve sull’uso del termine “salute sessuale e riproduttiva”, sottolineando che secondo loro l’aborto non va compreso in tale espressione.