Chiesa
di Tommaso Ciccotti
La via Crucis unisce Russia ed Ucraina
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Quest’anno la Via Crucis torna a svolgersi al Colosseo. Per due anni, a causa dell’emergenza legata al coronavirus, si era svolta in Piazza San Pietro. Le meditazioni della Via Crucis 2020 erano state curate dalla parrocchia del carcere di Padova “Due Palazzi”. Nel 2021 i testi delle 14 stazioni sono stati preparati dai ragazzi del catechismo della parrocchia romana Santi Martiri d’Uganda e dagli scout del “Foligno I”. Per questa Via Crucis del 2022, venerdì 15 aprile, le meditazioni sono affidate a famiglie legate a comunità ed associazioni cattoliche di volontariato ed assistenza.
In questo nostro tempo la via della Croce di Gesù si intreccia dunque con le vie dolorose in Ucraina dove le agghiaccianti immagini di corpi senza vita e il dramma di persone in fuga testimoniano gli orrori della guerra. La tredicesima Stazione vedrà la presenza di una famiglia russa e di una ucraina. Quelle di una infermiera ucraina, Irina, nel Centro di cure palliative “Insieme nella cura” della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. E di una studentessa russa, Albina, del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università Campus Bio-Medico. Le loro voci, quotidianamente vicine a chi soffre, esprimono la stessa speranza per la pace. Il mondo ha bisogno di pace e amore.
Albina non ha dubbi: “Bisogna aiutare tutti a prescindere dalla nazione e dal colore della pelle. Soprattutto nel reparto di cure palliative si dà tanto senso alla vita. I nostri pazienti ci insegnano molto. Questo centro di cure palliative ha proprio lo scopo di garantire una migliore qualità delle cure per i pazienti nella fase avanzata della malattia. Si potrebbe pensare che nella fase terminale non ci sia più nulla da fare. Invece c’è molto da fare: si può alleviare il dolore restituendo dignità alla persona, mettendo la persona al centro. Questo reparto ci insegna molto il valore della vita umana.
Russia ed Ucraina sono due Paesi fratelli e credo che in un futuro molto breve l’amicizia e l’amore tra questi due popoli sarà dimostrato più di una volta.
Io prego per la pace, prego per l’Ucraina. Prego per i miei parenti e che tutto questo orrore finisca presto. Il mondo ha bisogno di pace e di amore. Questi due popoli fratelli lo dimostreranno
Alla voce di Albina si aggiunge quella di Irina, infermiera ucraina. “Questa guerra - sottolinea - sta distruggendo quello che i nostri popoli hanno costruito fra tanti sacrifici”. Soffermandosi sul suo legame di amicizia con la collega russa, aggiunge: “Lei si sentiva in colpa e mi chiedeva scusa. Io la rassicuravo che lei non c’entrava niente in tutto questo”.
Questo conflitto non è stato voluto dalla gente. Noi siamo fratelli. Siamo due popoli vicini con tante cose in comune. Quella che stiamo vedendo è una violenza immensa. Ci accomunano tante cose: famiglie, amicizie. Tantissimi rapporti che uniscono i nostri popoli. Questa guerra sta distruggendo quello che i nostri popoli hanno costruito fra tanti sacrifici. Non credo che questa guerra possa interrompere tutte le relazioni. Ci sono dei legami troppo forti tra di noi.
Io pregherò con tutto il mio cuore per la pace, per tutti gli esseri umani, per tutti quelli che soffrono e per le persone che hanno perso la vita senza poter avere accanto i loro cari.