Storie
di Raffaele Dicembrino
Le rose di Santa Rita per aiutare i bambini
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Tornano in piazza le Rose di Santa Rita. Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio, oltre 500 località italiane ospitano la sesta edizione dell’evento nazionale organizzato dalla Fondazione Santa Rita da Cascia onlus per sostenere i progetti del monastero delle agostiniane di Cascia per il mondo dell’infanzia. Da Torino a Napoli, da Parma a Cagliari, da Verona a Roma, e ancora Firenze, Bari, Potenza e Palermo, chiunque voglia sostenere le iniziative delle monache potrà acquistare una piantina di rose, simbolo universale della Santa dei Casi Impossibili, in apposite postazioni allestite da volontari. La mappa è disponibile sul portale del monastero. È anche possibile ordinare le piantine on line.
Ogni piantina di rose è preziosa perché porta con sé l’amore della nostra santa - afferma suor Maria Rosa Bernardinis, badessa del Monastero Santa Rita di Cascia e presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus - e insieme rappresenta il seme del futuro di tutti noi, quello che è racchiuso nei bambini”. La religiosa spiega che tra i progetti finanziati attraverso l’iniziativa “Le Rose di Santa Rita” c’è l’Alveare, che si trova accanto al monastero, dove da oltre 80 anni vengono accolte e accompagnate nella crescita tante bambine e ragazze che arrivano da famiglie in difficoltà. Dietro alle piantine di Rose ci sono, invece, oltre 1500 volontari, donne, uomini e ragazzi di ogni età, che a nome della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus, testimoniano e seminano concretamente l’amore e la carità di cui la santa è ambasciatrice da secoli. Vengono definiti il volto di Santa Rita oggi, vivendo in prima persona i suoi insegnamenti, e diffondendoli con l’esempio attivo del loro agire.
La Rosa
Il simbolo ritiano per eccellenza
Alla fine dei suoi giorni, malata e costretta a letto, Rita chiede a una sua cugina venuta in vista da Roccaporena di portarle due fichi e una rosa dall’orto della casa paterna. Ma siamo in inverno e la cugina la asseconda, pensandola nel delirio della malattia. Tornata a casa, la giovane parente trova in mezzo alla neve una rosa e due fichi e, stupefatta, subito torna a Cascia per portarli a Rita.
Come la rosa, Rita ha saputo fiorire nonostante le spine che la vita le ha riservato, donando il buon profumo di Cristo e sciogliendo il gelido inverno di tanti cuori.
Il prodigio delle rose e dei fichi in inverno è reso attendibile da diverse testimonianze raccolte nel processo per la beatificazione nel 1626. Il fiore caratterizza anche il nome della Rivista del monastero “Dalle Api alle Rose“