Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Papa Francesco e l’importanza della famiglia e del matrimonio
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“Sappiamo che i cambiamenti sociali stanno modificando le condizioni di vita del matrimonio e delle famiglie in tutto il mondo. Inoltre, l’attuale contesto di crisi prolungata e molteplice mette a dura prova i progetti di famiglie stabili e felici. A questo stato di cose si può rispondere riscoprendo il valore della famiglia come fonte e origine dell’ordine sociale, come cellula vitale di una società fraterna e capace di prendersi cura della casa comune. La famiglia è quasi sempre al primo posto nella scala dei valori dei diversi popoli, perché è inscritta nella natura stessa della donna e dell’uomo”. Lo ha ribadito stamane il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla Sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Quindi ha aggiunto: “Il matrimonio e la famiglia non sono istituzioni puramente umane. Al di là di tutte le differenze – ha spiegato Francesco - emergono tratti comuni e permanenti, che manifestano la grandezza e il valore del matrimonio e della famiglia. Tuttavia, se questo valore è vissuto in modo individualistico e privatistico, come in parte avviene in Occidente, la famiglia può essere isolata e frammentata nel contesto della società. Si perdono così le funzioni sociali che la famiglia esercita tra gli individui e nella comunità, specialmente nei confronti dei più deboli, come i bambini, le persone con disabilità e gli anziani non autosufficienti”.
Il Papa ha invitato a “comprendere che la famiglia è un bene per la società, non in quanto semplice aggregazione di individui, ma in quanto è una relazione fondata in un vincolo di mutua perfezione” perché “l’amore reciproco tra l’uomo e la donna è riflesso dell’amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l’essere umano, destinato ad essere fecondo e a realizzarsi nell’opera comune dell’ordine sociale e della custodia del creato. Il bene della famiglia non è di tipo aggregativo ma è un vincolo relazionale di perfezione, che consiste nel condividere delle relazioni di amore fedele, fiducia, cooperazione, reciprocità, da cui derivano i beni dei singoli membri della famiglia e, quindi, la loro felicità”.
Il “genoma sociale” della famiglia “consiste in un agire amorevole motivato dal dono, dal vivere secondo la regola della reciprocità generosa e della generatività. La famiglia umanizza le persone attraverso la relazione del noi e allo stesso tempo promuove le legittime differenze di ciascuno”.
Papa Francesco ha posto poi l’attenzione sulla famiglia come “luogo dell’accoglienza”, in particolare “dove sono presenti membri fragili o con disabilità. Queste famiglie sviluppano delle virtù speciali, che potenziano le capacità di amore e di sopportazione paziente verso le difficoltà della vita”.
“La famiglia – ha sottolineato il Papa – è il principale antidoto alla povertà, materiale e spirituale, come lo è anche al problema dell’inverno demografico o alla maternità e paternità irresponsabile. La famiglia diventa un vincolo di perfezione e un bene relazionale quanto più fa fiorire la sua natura propria, sia da sé, sia con l’aiuto delle altre persone e delle istituzioni, comprese quelle governative. È necessario che in tutti i Paesi siano promosse politiche sociali, economiche e culturali amiche della famiglia. Lo sono le politiche che rendono possibile un’armonizzazione tra famiglia e lavoro; politiche fiscali che riconoscono i carichi familiari e sostengono le funzioni educative delle famiglie adottando strumenti appropriati di equità fiscale; politiche di accoglienza della vita; servizi sociali, psicologici e sanitari centrati sul sostegno alle relazioni di coppia e genitoriali. Una società amica della famiglia è possibile. Perché la società nasce ed evolve con la famiglia”.
Per “riscoprire la bellezza della famiglia” – ha concluso il Pontefice – devono verificarsi “alcune condizioni. La prima è togliere dagli occhi della mente la cataratta delle ideologie che ci impediscono di vedere la realtà. La seconda condizione è la riscoperta della corrispondenza tra matrimonio naturale e matrimonio sacramento. La terza condizione è la consapevolezza che la grazia del sacramento del Matrimonio risana ed eleva tutta la società umana ed è lievito di fraternità”.