Politica

di Giuseppe Udinov

Segreto militare sui vaccini, report sulla sicurezza negati dall’Ema

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Le case farmaceutiche, almeno sulla carta, sono obbligate a presentare i rapporti sula sicurezza dei vaccini anti Covid, ma le associazioni che ne hanno fatto richiesta non hanno ancora potuto visionare i documenti. L’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, per motivare il suo diniego alle richieste parla anche di ordine pubblico e segreto militare.

A garantire il carattere pubblico dei rapporti sulla sicurezza dei farmaci c’è una determina dell’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco che è stata anche pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Questa regola, però, sembra non essere applicata ai vaccini anti Covid di Pfizer-Biontech, Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson. I dati sembrano essere un vero e proprio segreto.

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, due associazioni di promozione sociale, la Idu, Istanza diritti umani, di Novara, e la Dus, Diritti umani e salute, di Roma, ne hanno fatto richiesta, ma sono stati negati loro i documenti.

A spiegare l’accaduto è Enzo Iapichino, uno dei legali delle associazioni le quali hanno poi presentato una querela alla Procura di Roma contro Aifa, il Ministero della Salute, il Comitato tecnico-scientifico, l’Istituto superiore di sanità. Nella denuncia vengono indicate diverse ipotesi di reato dall’omissione di atti d’ufficio al falso ideologico

Come riportato dal giornale, il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini ha risposto alla richiesta delle associazioni spiegando che i rapporti sulla sicurezza dei vaccini hanno natura riservata, sono di proprietà delle case farmaceutiche e soprattutto che Aifa non detiene la documentazione richiesta.

Magrini avrebbe detto alle associazioni di rivolgersi a Ema, l’Agenzia europea del farmaco, e così hanno fatto.

Ema ha opposto un diniego, indicando tre motivi. “Primo: i report non possono essere divulgati per non pregiudicare il processo decisionale sull’autorizzazione incondizionata. Secondo: rientrano nelle eccezioni del loro regolamento, che attengono all’ordine pubblico e al segreto militare. Terzo: l’interesse di non incidere sulla decisione finale, che riguarda appunto l’autorizzazione, prevale sull’interesse pubblico”.

Iapichino ha definito assurda la risposta “perché in Italia abbiamo intere categorie obbligate a vaccinarsi”. La conclusione dell’avvocato è “che manca la trasparenza da parte delle istituzioni.


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05/05/2022
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