Chiesa
di Tommaso Ciccotti
Papa - Bisogna curare ed estirpare la distruttività umana
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Di fronte alla profonda crisi antropologica e di senso che il mondo sta attraversando, “la Chiesa ha il dovere di rispondere in modo adeguato ed efficace”. Lo scrive il Papa nel Messaggio inviato all’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana che, con il convegno internazionale e interdisciplinare “Adamo, dove sei? La questione antropologica oggi”, celebra il 50.mo anniversario dalla sua fondazione. L’evento intende analizzare in che modo le sfide di oggi - fra cui la globalizzazione, le nuove tecnologie, la crisi ecologica, il postumano - influenzano la persona umana e la sua dignità trascendente e se la Chiesa sarà in grado di rispondere in modo creativo e in vista del futuro. Tutto ciò dal punto di vista psicologico, filosofico, teologico e sociologico.
Analizzando il presente, nel suo Messaggio, Francesco allude a quanto sta accadendo in Ucraina, e definisce “l’immane tragedia della guerra che si sta consumando davanti ai nostri occhi, “la peggiore conseguenza della distruttività umana, individuale e sistemica, che non viene presa sufficientemente sul serio e non viene dovutamente curata ed estirpata alla radice”. Afferma che occorre “imparare a dire no al male”, “sollevare quanti sono feriti o offesi nella loro dignità” e “formare persone capaci a loro volta di forgiare formatori con una solida preparazione antropologica”. Per questo la Chiesa continua ad aspettarsi dall’Istituto “un servizio di qualità basato sulle conoscenze della psicologia con gli apporti della teologia e della filosofia”. “La vostra missione è a servizio della promozione della persona umana e del continuo processo di evangelizzazione - aggiunge il Pontefice - che si realizza traducendo nel concreto dell’esistenza umana il dono supremo della Redenzione compiuto dal Signore Gesù Cristo”.
Nel suo Messaggio Francesco ricorda che l’Istituto di Psicologia è nato “sull’onda dell’aggiornamento ecclesiale avviato dal Concilio Vaticano Il, che nella Gaudium et spes, esortava, nella cura pastorale, a far uso “non soltanto dei principi della teologia, ma anche delle scoperte delle scienze profane, in primo luogo della psicologia e della sociologia, cosicché i fedeli siano condotti a una più pura e più matura vita di fede”. Nei suoi 50 anni di storia, prosegue il Papa, l’Istituto ha portato avanti “con coraggio l’approccio interdisciplinare nella cura pastorale dei fedeli, sia ne1 campo della ricerca e delle numerose pubblicazioni, sia nella prassi pastorale e formativa”. E “seguendo il principio ignaziano della cura personalis”, ha “preparato specialisti capaci di integrare spiritualità e psicologia nelle attività apostoliche ed educative, in diversi contesti geografici e culturali della Chiesa”. Oltre mezzo migliaio di uomini e donne, di varie culture nei diversi continenti che poi, in collaborazione con l’Istituto, hanno dato origine a una quindicina di centri specializzati per formatori, in diverse regioni dell’Africa, del1’America Latina, de1l’Asia e in Europa.
Quindi il pontefice aggiunge: “nella situazione attuale del mondo risuona con grande forza, ci interroga, ci scuote e ci invita a un serio esame di coscienza e alla conversione”. Infine il Papa auspica che “le celebrazioni del 50.mo anniversario dell’Istituto di Psicologia della Gregoriana rinnovino “l’impegno della ricerca, dell’insegnamento e della cura per le persone”, perché docenti e studenti siano “al servizio della Chiesa in uscita verso le periferie esistenziali degli uomini e delle donne di oggi, nella diversità delle loro culture ma accomunati dal bisogno di sostegno e slancio per affrontare i disagi e le sfide della vita”.