Società
di Fabio Annovazzi
Il rilancio demografico della montagna orobica
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
PROPOSTE PER UN RILANCIO DELLE ZONE MONTANE BERGAMASCHE.
“Qui non palazzi, non teatro o loggia ma’n lor vece un abete, un faggio, un pino. Tra l’erba verde e’l bel monte vicino levan di terra al cielo nostr’intelletto.” Francesco Petrarca
Una delle peculiarità assolute della provincia di Bergamo sono le sue Vallate prealpine che, mirabilmente incastonate tra i fiumi Brembo e Serio sino al confine settentrionale, rappresentano un unicum ed una invidiata meraviglia della nostra terra. In particolare le zone montane poste più a nord, vicino alle Orobie, sono dei veri e propri gioielli in quanto composte da numerosi comuni di piccola entità abitativa ma fortemente connotati per cultura, tradizioni, antichità e difesa attiva del suolo e delle risorse. L’attuale drammatica situazione demografica di questi paesi di montagna bergamaschi impone però una seria riflessione. L’invecchiamento degli abitanti e il mancato ricambio generazionale sta portando ad un grave calo della popolazione autoctona locale. L’abbandono di alcuni borghi dell’alta valle brembana e seriana già attualmente provoca gravi danni all’ambiente circostante che, essendo incustodito e non più curato, rischia di creare conseguenze catastrofiche a cascata anche per le stesse zone poste a valle. Inoltre è malinconicamente in atto una preoccupante ed irreparabile scomparsa di ampie fasce di cultura e tradizioni popolari. A ciò si aggiunge il proliferare di animali non autoctoni che danneggiano in maniera mastodontica l’ambiente, le coltivazioni e i pascoli locali. Andando avanti con questo infausto passo il destino è segnato: nel giro di pochissimi decenni aumenteranno i comuni e le frazioni delle alte valli disabitati, molti terreni coltivati saranno abbandonati, la pulizia e la regolamentazione dei corsi d’acqua non avrà più luogo. Per evitare un danno così grave è necessario predisporre progetti seri di concreto aiuto a chi vive, o vuole tornare a vivere, in queste zone disagiate della bergamasca. Occorre cancellare la retorica e chiedere prepotentemente alla politica di farsi carico di un problema che riguarda tutti. Bisogna ripartire con una serie di iniziative volte ad un sostegno reale della montagna, che non si limitino solamente ai continui finanziamenti a pioggia per infrastrutture ormai desuete.
Secondo gli studi di settore la vita in montagna costa quasi il triplo rispetto alla media della pianura. Sono necessari pertanto investimenti e incentivi precisi per rendere appetibile il vivere nelle valli più scomode, pena l’abbandono definitivo. E’ prioritario favorire in ogni modo il ripopolamento delle montagne bergamasche anche perché l’alta presenza antropica, con un consumo del suolo eccessivo e dannoso, ha reso ormai sature molte realtà paesane e cittadine della nostra pianura orobica. Un controsenso assoluto che in certi Comuni non si sa più dove alloggiare i residenti, e stanno demograficamente implodendo, mentre invece molti paesi delle valli sono diventati dei veri e propri fantasmi di pietra. Nel concreto per arginare questo degrado occorrerebbero una serie di provvedimenti mirati, riconoscendo agli abitanti della realtà montana bergamasca il ruolo di sentinelle ambientali e di conservatori delle culture e tradizioni locali. Di seguito un elenco parziale di alcune proposte che se messe in atto, anche solo in parte, potrebbero rappresentare una vera e propria svolta storica per fermare l’emorragia abitativa:
- Creazione di zone franche con tassazione nulla alle imprese locali;
- Reddito di maternità immediato, con possibilità di vitalizio dal terzo figlio in su;
- Parziale detassazione alle buste paghe dei lavoratori ivi residenti;
- Ripristino e miglioria dei presidi ospedalieri montani, dotandoli di tutti i reparti e derogando alle norme numeriche europee;
- Azzeramento dei costi di trasporto per gli studenti in fase scolare;
- Rafforzamento della legge 104 per chi si occupa degli anziani al proprio domicilio;
- Contributo a fondo perduto per chi acquista o sistema case ed appartamenti per vivere in pianta stabile. Una particolare attenzione in merito va riservata alle giovani coppie residenti;
- Favorire in ogni modo le attività commerciali locali con un trattamento fiscale più morbido;
- Maggiore potere ai sindaci e alle giunte comunali, anche in ambito di eventuali richieste di adozioni nazionali od internazionali;
- Aiuto concreto alle piccole imprese familiari dedite all’allevamento e all’agricoltura;
- Taglio sulle accise dei carburanti per i residenti locali;
- Incentivo al volontariato che opera nel settore sociale ed ambientale con norme più agevoli e meno capestro;
- Eliminazione totale ed immediata degli animali non autoctoni che danneggiano l’ambiente;
- Sostegno economico alle famiglie che tengono puliti i boschi, con forti contributi a chi acquista stufe o camini a legna ad alta tecnologia;
- Consentire un eventuale prepensionamento quinquennale facoltativo volto alla creazione di squadre specializzate per il mantenimento dei sentieri, boschi e prati.