Chiesa

di Giuseppe Udinov

Kirill: non ci separeremo dagli ucraini

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

Nella predica domenicale nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore, il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) ha commentato la decisione del sinodo ucraino della Chiesa presieduta dal metropolita Onufryj (Berezovskij), che ha proclamato la sua piena indipendenza dalla Russia. Il patriarca afferma di “comprendere le ragioni” degli ucraini storicamente legati alla Russia, che cercano di “comportarsi in modo più saggio possibile, per non complicare la vita del popolo dei credenti”.

Kirill ha aggiunto che “nessun mediastino temporale – nessuna barriera, usando un termine anatomico a lui caro – potrà distruggere l’unità spirituale del nostro popolo”, nonostante “gli spiriti maligni che si agitano sotto il cielo” cerchino di dividere gli ortodossi “della Rus’ e dell’Ucraina”, facendo in modo che tra di essi si spalanchi un abisso. “Ma non avranno successo, fino a che tali sforzi non verranno da Dio”, ha sottolineato il patriarca russo.

Già il giorno prima il suo “ministro degli Esteri”, il metropolita Ilarion (Alfeev), aveva reagito alla notizia della perdita della parte ucraina della Chiesa russa durante una solenne concelebrazione con tutti i membri del Dipartimento per i rapporti ecclesiali esterni del patriarcato di Mosca. Egli aveva affermato che “dal punto di vista canonico non cambia nulla” nelle relazioni tra ortodossi russi e ucraini. Ilarion ha espresso il suo rammarico “per questo tempo non facile e conflittuale, quando la fede di molte persone si indebolisce e molti cadono nella depressione, milioni di persone vengono private di un tetto per vivere e diventano profughi, dentro o al di fuori dell’Ucraina”.

Secondo il metropolita “noi non portiamo la responsabilità né per le azioni militari né per le decisioni politiche, ma siamo responsabili per la nostra Chiesa, e di questo dovremo rendere conto nel giorno del Giudizio”. La prova a cui gli ortodossi russi sono sottoposti è proprio quella “della saldezza della nostra unità, e dobbiamo pregare per la sofferente Chiesa ortodossa ucraina canonica, che ieri ha riunito il proprio sinodo”. Ilarion confessa lo sconcerto di molti di fronte alla decisione di separarsi da Mosca, ma egli ricorda che “questo Sinodo ha soltanto confermato gli statuti approvati nel 1990”, quando è stata concessa alla Chiesa ucraina l’autonomia amministrativa e finanziaria rispetto al patriarcato moscovita.

Il metropolita insiste che “l’autentica Chiesa ortodossa ucraina non si è divisa da nessuno, non ha fatto alcuna rottura, essa è rimasta nell’unità della Chiesa ortodossa russa insieme alle altre Chiese locali, a parte quelle che (speriamo temporaneamente) si sono purtroppo schierate dalla parte dello scisma”. I nemici della vera Chiesa, secondo Ilarion, vorrebbero mettere le mani “sulle proprietà, le chiese e i monasteri, e la stessa denominazione canonica”. La confusione in Ucraina in effetti regna sovrana, considerando che a livello terminologico le due Chiese in conflitto hanno sigle rovesciate: quella moscovita è Upz (Ukrainskaja Pravoslavnaja Zerkov), mentre quella autocefala è Pzu (Pravoslavnaja Zerkov Ukrainy), e i primi a non riuscire a definire la propria appartenenza sono gli stessi fedeli.

Ora la giurisdizione di Onufryj (Upz) potrebbe essere rinominata RZU, “Rossijskaja Zerkov Ukrainy”, vale a dire “Chiesa russofona di Ucraina”, rimanendo separata dalla Pzu di Epifanyj (Dumenko), perché la fusione non sarebbe ben vista da molte persone che, pur condannando le posizioni patriarcali a favore della guerra, si sentono comunque legate alla Russia, e si creerebbero ulteriori suddivisioni.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

31/05/2022
0212/2023
Ss. Bibiana e Barbara

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Società

Omosessuale e sentinella, non eroe

Giorgio Ponte è il primo omosessuale, che ha partecipato anche all’esperienza delle Sentinelle in Piedi, a esporsi a sostegno di un’idea chiara: la Chiesa non è contro i gay. Dice: “Non siamo contro le persone, ma per la loro salvezza. E non chiamatemi eroe”

Leggi tutto

Storie

Le donne africane non hanno bisogno di aborto

Una giovane nigeriana crea un’organizzazione prolife per opporsi alla “Bill & Melinda Gates Foundation” nei suoi intenti “filantropici” (ossia di controllo delle nascite – dei poveri del mondo). Lo scopo di Culture of Life Africa è dissuadere i “filantropi” dai loro propositi. La lettera di Obianuju a Melinda Gates è un testo di magistero della vita e di resistenza al pensiero unico.

Leggi tutto

Chiesa

Liberato padre Tom

Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata Padre Tom Uzhunnalil, il salesiano rapito per diciotto mesi in Yemen e liberato pochi giorni fa. La Società di don Bosco ha deciso che nessun posto sarebbe stato adeguato e sicuro, per lui, quanto la casa salesiana in Vaticano. Il sacerdote si è prostrato a terra per baciare i piedi del vicario di Cristo, il quale ha baciato le mani del confessore

Leggi tutto

Politica

Un uomo in cammino riflette

Con tempismo che ben denota l’insipienza politica (proprio quella mattina da Forza Italia si levavano auspici per un futuro esecutivo a conduzione Bonino), Massimo Gandolfini ha diramato
una surreale lettera ai neocatecumenali di Emilia-Romagna per chiedere espressamente di non votare Popolo della Famiglia. Alla clamorosa ingerenza risponde uno dei destinatari della lettera.

Leggi tutto

Politica

Alabama “dolce casa” di tutti noi

Quello della vita è un tema che forse è anche riduttivo considerare tale: la gratuità dell’amore da una parte, l’economicismo dello scarto dall’altra. Un tema che accende gli animi, i “rumori di fondo” dei casi-limite e delle proiezioni egoistiche, spesso pilotati da lobbies potentissime. La nuova legge, assai restrittiva in fatto di aborto, segna in realtà un passo avanti per i diritti di tutti

Leggi tutto

Società

Non è un paese per bambini. Né per madri.

Alle madri è chiaramente impedito portare la propria visione della vita nei luoghi pubblici: di fatto la figura della madre è resa invisibile da mode (quella ecologista che vede l’avere figli come una violenza contro il pianeta, ad esempio), opinioni sbagliate (se hai più di due figli sei una povera idiota costretta al focolare, sei una che non conosce l’azione degli anticoncezionali, sei un’egoista) e proposte economiche imbarazzanti (i figli che dopo i 14 anni non valgono nulla, per il Ministero della Famiglia del paese).

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano