Storie
di Paolo Bellavite e Leonardo Guerra
La Commissione Medico-Scientifica Indipendente di Verona
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In vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale, il candidato Sindaco Alberto Zelger, su cui convergono tre diverse liste tra cui quella del Popolo della Famiglia, ha presentato alla stampa una iniziativa atta a sostenerlo nelle future scelte di politica sanitaria locale, a favore della popolazione.
Tale iniziativa vede la partecipazione di alcuni medici, biologi e ricercatori veronesi che forniranno consulenza gratuitamente su specifici temi che dovessero interessare la salute e la prevenzione. Ciò si rende necessario perché l’esperienza degli ultimi due anni e mezzo ha insegnato che le informazioni e le decisioni di provenienza governativa non sono state sempre trasparenti e basate su evidenze scientifiche.
La Commissione non si sostituisce ovviamente alle istituzioni sanitarie pubbliche con le loro rispettive e importanti competenze (come ad esempio il Dipartimento di Prevenzione della ASL), ma vuole rappresentare un polo di confronto e di ricerca delle migliori soluzioni, basate su prove scientifiche.
La crisi economica morde di più le famiglie italiane già dalla parte finale del 2021 per l’aumento dei costi dell’energia e dell’inflazione. Molte persone sono in difficoltà. Dopo due anni, 160.000 morti e una strategia gestionale basata esclusivamente sulla vaccinazione di massa che oggi vede l’85% della popolazione vaccinata, come dimostrano i dati del rapporto dell’ISS, la Covid non è sotto controllo, nonostante le misure draconiane messe in atto che hanno invece prodotto divisioni nella società, nelle famiglie e innescato conflitti sociali, discriminazioni assurde e prodotto danni economici enormi soprattutto per gli esercenti, il mondo dello spettacolo e il turismo.
Le misure introdotte non hanno mai avuto alcun fondamento scientifico. E’ ormai chiaro che il vaccinato si infetta e trasmette il virus Sars-CoV-2 come il non vaccinato, pertanto vaccinarsi non può essere considerata né una scelta “socialmente utile”, né una buona idea “a prescindere”. Soprattutto vaccinare i bambini sani ed esenti da rischi di sviluppare la COVID-19 grave “per proteggere i nonni” è una pericolosa sciocchezza.
In particolare, i giovani stanno pagando il prezzo più alto in termini di salute mentale per le segregazioni, i ricatti subiti per poter lavorare, frequentare l’università o praticare sport e per l’imposizione di mascherine nelle scuole, con temperature impossibili, soprattutto nelle scuole elementari.
Questo scenario, governato dalla ossessione vaccinale di una campagna “militarizzata” con risultati fallimentari, non può rappresentare lo scenario di riferimento anche per il prossimo autunno. Modelli di gestione integrata di successo ci sono già da 18 mesi. Senza escludere il ruolo protettivo della vaccinazione per le categorie a rischio (fatta volontariamente dopo adeguata informazione sui rischi e i benefici), è necessario affrontare il problema della salute della popolazione mediante integrazione di varie misure di prevenzione e di cura, pensando anche all’ambiente cittadino e incentivando le attività all’aria aperta. Si deve anche ribadire che la salute non è solo assenza di malattia ma uno stato di benessere psicosociale globale, psichico, fisico e spirituale.
L’esperienza pandemica ha fatto emergere le carenze della assistenza di base, che va riorganizzata e in particolare il ruolo del medico di famiglia e l’alleanza col paziente. I medici devono essere liberi di agire in scienza e coscienza e di consigliare i trattamenti che ritengono più opportuni, senza essere sottoposti a ricatti, minacce, sanzioni, penalizzazioni economiche e persino radiazione dall’albo, come già avvenuto in alcuni casi.
L’OMS ha recentemente certificato che la Svezia grazie ad una strategia di gestione integrata, puntando principalmente sull’immunità naturale della popolazione, non avendo introdotto alcun obbligo di vaccinale, nessun lockdown, nessun GP ma avendo messo a disposizione tamponi per tutti e cure domiciliari precoci, è risultata la miglior gestione nell’Ue con il più basso numero di morti/100.000 abitanti, un numero che è la metà di quelli avuti in Italia. Generando, inoltre, ridotti impatti sulla qualità di vita della popolazione e del sistema economico del paese. Quindi, una gestione integrata e appropriata delle pandemie è possibile e fa la differenza.
Il Comitato Medico Scientifico Indipendente Veronese, in armonia con le istituzioni e in collegamento con iniziative analoghe a livello nazionale, si pone in questa prospettiva.