Società
di Roberto Signori
Sfollati a quota 100 milioni
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Più di 100 milioni di sfollati nel mondo. Questa la soglia record superata in queste settimane a causa della guerra in Ucraina che ha innescato la più rapida crisi migratoria dalla Seconda guerra mondiale. In meno di quattro mesi, quasi un terzo dei 44 milioni di abitanti ucraini sono fuggiti dalle proprie case.
Ma la guerra non è solo a Kiev. In altri 22 paesi (il doppio rispetto all’ultimo decennio) si registrano conflitti di varia intensità. Tra cui Siria (6,8 milioni) e Afghanistan (2,7) da cui sono partiti il 35% di tutti i rifugiati al mondo. La maggior parte dei quali è ospitata in Turchia che accoglie 3,8 milioni di rifugiati.Il doppio di quelli presenti in Germania. Dove però il numero cresce ogni giorno.
Dal 24 di febbraio, 4 milioni di ucraini sono fuggiti in Polonia. Ma con l’avanzare del conflitto e il suo spostamento nel Donbass, tre quarti di questi rifugiati sono tornati a Kiev o si sono trasferiti oltre le zone di frontiera, soprattutto verso la Germania. Che oggi accoglie quasi 800mila ucraini, 9 ogni 1000 abitanti: uno sforzo di accoglienza molto superiore a quello delle altre principali economie europee come Francia (1,3) e Italia (2).
Numeri che non potranno che aumentare. Il 57% degli ucraini che vivono ancora nelle loro case è a corto di denaro e se l’escalation militare dovesse continuare, il 43% dei posti di lavoro in Ucraina (circa sette milioni) potrebbe andare perduto.
La guerra in Ucraina ha stimolato un’ondata di solidarietà in tutta Europa, specialmente nei paesi dell’Est che si erano distinti più per la chiusura delle frontiere che per la loro generosità. Che però sta venendo meno. Dal 1° luglio, i rifugiati ucraini in Polonia non riceveranno più il sussidio giornaliero da 9 euro. E niente più trasporti gratuiti per loro nelle principali città polacche.
La Repubblica Ceca pure pensa di escludere dai benefici sociali i rifugiati ucraini che non trovano lavoro dopo 180 giorni. Mentre la Bulgaria per far posto ai turisti sta espellendo gli sfollati ucraini inizialmente accolti negli hotel delle località balneari.